AGI - In Libano si registra il primo caso di colera dall'inizio degli attacchi israeliani, facendo segnare un grave passo indietro motivo di allarme per le autorità sanitarie. Il Ministero della Sanità Pubblica libanese ha confermato il caso, segnalato due giorni fa, "dopo aver isolato il batterio del colera, Vibrio cholerae, tipo 01" analizzando campioni clinici e ambientali raccolti in "visite sul campo".
Secondo il dipartimento, la malattia è stata diagnosticata in un cittadino libanese di un villaggio nella regione di Akkar, nel nord del Libano, ricoverato in ospedale il 14 ottobre "a causa di diarrea acquosa acuta e disidratazione". "Il Ministero della Sanità Pubblica sta indagando sul caso, raccogliendo campioni da contatti stretti e cercando altri potenziali casi nell'area circostante", si legge nella nota, aggiungendo che l'indagine comprende anche "il controllo della contaminazione dell'acqua" nelle aree di Libano settentrionale. Allo stesso modo, il dipartimento ha indicato che attiverà il Piano nazionale contro il colera per attuare "rapidamente" le misure di contenimento.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha messo in guardia la scorsa settimana dall'alto rischio di epidemie tra gli sfollati interni e la popolazione libanese in generale a causa dell'accesso limitato ai servizi sanitari essenziali per l'intensa campagna di bombardamenti israeliani iniziata alla fine di settembre. Questi attacchi hanno causato lo sfollamento di oltre 1,2 milioni di persone, di cui oltre 188 mila sono sovraffollate nei centri allestiti dal governo libanese in diverse parti del Paese.
Nel 2023, il Libano ha annunciato la fine dell'epidemia di colera rilevata nel Paese per la prima volta in 30 anni, che ha causato venti morti e migliaia di contagi nel pieno della crisi economica e sociale che già prima della guerra con Israele metteva a dura prova il sistema sanitario libanese sull'orlo del collasso.