AGI - Raramente si era assistito a un dibattito così acceso nell'emiciclo del Parlamento europeo a Strasburgo. L'occasione è stata la presentazione delle priorità della presidenza ungherese di turno dell'Ue da parte del premier Viktor Orban. Ma la maggioranza Ursula e la stessa Ursula von der Leyen in persona lo aspettavano al varco. Il leader magiaro, volto dei patrioti europei, si era presentato tutto sommato con buone intenzioni. Il messaggio è stato sostanzialmente: "L'Europa per non morire, come hanno detto Emmanuel Macron e Mario Draghi, deve cambiare e la presidenza ungherese vuole essere voce e catalizzatore di questo cambiamento". Fin qui tutto bene. Orban tuttavia nell'elencare i problemi di questa Unione europea ha messo in testa l'immigrazione irregolare che ha alimentato "la violenza contro le donne, l'antisemitismo e l'omofobia", scatenando applausi e 'buu' in aula. Per Orban la soluzione non possono che essere "hotspot esterni per decidere chi entra". Perché "una volta dentro i confini europei è impossibile mandarli via".
I came to the European Parliament not only to present the program of @HU24EU, but to sound the alarm. Europe is in trouble! It’s time to act! pic.twitter.com/a4R1kqUhpR
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) October 9, 2024
Nel capitolo della produttività, ha indicato come uno dei mali la transizione verde "che non risolve nulla senza una pianificazione industriale". Parlando di allargamento si è soffermato sui Balcani senza menzionare Ucraina, Moldova e Georgia. La prima a replicare - e ad attaccare - e' stata la presidente della Commissione, von der Leyen, (Orban e' stato l'unico al Consiglio europeo a votare contro il suo secondo mandato, mentre la premier Giorgia Meloni si era astenuta). La leader tedesca si è concentrata proprio sull'Ucraina. "Il mondo ha assistito alle atrocità della guerra in Russia. Eppure, ci sono ancora alcuni che incolpano questa guerra non sull'invasore ma sugli invasori. Non sulla brama di potere di Putin, ma sulla sete di libertà dell'Ucraina".
Sulla produttività: "Il Governo ungherese penalizza le aziende europee e si allontana dal Mercato unico". Sulla migrazione: "Libera i contrabbandieri e scarica il problema sui Paesi vicini. Egoismo invece della solidarieta'". Mentre sui cittadini russi: "Li fa entrare senza controlli aggiuntivi mettendo a rischio la sicurezza dell'Ungheria e di tutta l'Unione". Con il suo intervento, von der Leyen ha aperto la diga delle critiche feroci contro il premier ungherese, volto del sovranismo anti-europeista nella bolla di Bruxelles. Manfred Weber (Ppe) si è detto "scioccato" che non abbia citato l'Ucraina nel suo discorso; per i socialisti di S&d è un "bugiardo e traditore che ha tradito l'Ungheria e gli ungheresi". Valerie Hayer (Renew) ha chiesto di ricorrere all'articolo 7 per escludere Budapest dal diritto di voto in Consiglio. La co-presidente dei Verdi, Terry Reintke, gli ha detto "non sei il benvenuto in quest'aula".
L'eurodeputata italiana di Avs (Left), Ilaria Salis, ha ricordato i suoi quindici mesi di carcere preventivo a Budapest definendo l'Ungheria "un regime illiberale e oligarchico". Lo stesso Orban è stato costretto a cambiare registro nella sua replica. "Sono venuto qui per parlare delle priorità della presidenza ungherese ma voi volete organizzare un'intifada politica dove ripetete le menzogne e la propaganda della sinistra ungherese", ha attaccato. Ovviamente nel mirino è finita von der Leyen in primis. "Ha abbandonato il ruolo neutrale della Commissione di difesa dei Trattati, trasformandola in un'arma politica in mano alla sinistra", ha affermato. Sull'Ucraina ha chiarito: "Per vincere bisogna riconoscere che si sta per perdere. La strategia finora adottata dall'Ue è perdente e va cambiata per vincere". Sull'ingresso dei russi: "Noi abbiamo concesso 7 mila permessi di lavoro; la Germania 300 mila, la Spagna 100 mila, la Francia 60 mila". Poi ha risposto a Salis: "Non è assurdo che uno che andava per le strade di Budapest a colpire con la spranga persone innocenti ci parli qui di Stato di diritto?".
A difendere il premier ungherese c'era il suo gruppo, quello dei Patrioti per l'Europa che conta oltre ottanta membri. "È stato un agguato finito male, Orban li ha asfaltati", ha commentato in conferenza stampa il capo delegazione della Lega, Paolo Borchia. Dall'Ecr hanno fatto sapere di condividere diversi punti del programma presentato ma non la visione geopolitica.