AGI - Continua lo scambio di fuoco tra Israele ed Hezbollah, mentre si susseguono gli appelli alla de-escalation, ma l'operazione di terra israeliana in Libano ha di fatto già preso il via con alcune prime incursioni. Il quotidiano israeliano Haaretz scrive che sono stati segnalati colpi di cannone e il movimento di carri armati entro il confine del Libano. Le truppe libanesi si sono ritirate dalle posizioni lungo il confine meridionale con Israele, almeno cinque chilometri a nord della frontiera, secondo quanto riportato alla Reuters da una fonte della sicurezza libanese.
I media libanesi hanno riferito che Israele ha bombardato e sparato carri armati contro villaggi di confine adiacenti all'area che aveva annunciato essere un confine militare chiuso poche ore prima, prima di una presunta incursione terrestre israeliana nel Libano meridionale. L'area attorno a Khiam e Wizani, entrambe di fronte al confine tra Libano e Israele, è stata bombardata per almeno due ore. Si trovano entrambi direttamente a est dell'area militare chiusa specificata dal portavoce militare israeliano lunedì sera.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno anche emesso ordini di evacuazione per diverse aree nella periferia meridionale di Beirut. I civili che si trovano nei pressi di diversi edifici nel quartiere Dahiya, nella parte meridionale di Beirut, dovrebbero evacuare immediatamente, ha affermato l'IDF in una nota. Il portavoce militare israeliano di lingua araba, Avichay Adraee, ha pubblicato una mappa insieme all'annuncio, che mostra gli edifici di Dahiya. Israele ha effettuato due attacchi aerei a Dahieh, sobborgo meridionale di Beirut, secondo il Guardian. Gli attacchi sono iniziati 30 minuti dopo che l'esercito israeliano aveva emesso ordini di evacuazione per i residenti nei pressi di quelli che, secondo l'esercito, erano edifici che ospitavano installazioni di Hezbollah.
Lo Stato ebraico, comunque, ha comunicato agli Usa che si tratterà di una campagna limitata, concentrata sullo sgombero delle infrastrutture del gruppo sciita filo-iraniano lungo il confine per rimuovere la minaccia alle comunità israeliane, ha riferito il Washington Post, mentre per il Wall Street Journal negli ultimi giorni forze speciali hanno compiuto raid mirati nei tunnel di Hezbollah lungo il confine. Il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Matther Miller, ha confermato che in merito alla possibilità di un'azione di terra in Libano, Israele ha parlato di "una serie di operazioni limitate incentrate sulle infrastrutture di Hezbollah vicino al confine libanese".
Dal Libano si è fatto sentire il vice segretario di Hezbollah, Naim Qassem, possibile successore del leader ucciso Hassan Nasrallah, oltre all'altro, più 'papabile', Hashem Safieddine. "In caso di un'incursione terrestre israeliana siamo pronti. Il nemico non raggiungerà i suoi obiettivi", ha assicurato. "Continueremo con il nostro piano. Vinceremo, proprio come abbiamo vinto nel nostro confronto con Israele nel 2006", ha aggiunto, ribadendo le accuse anche nei confronti degli "Stati Uniti, partner di Israele attraverso un supporto militare culturale, politico, finanziario illimitato".
Crosetto, "Unifil non è obiettivo diretto degli attacchi"
"Il personale militare italiano ha raggiunto le posizioni protette e al momento si trova precauzionalmente nei bunker. Unifil non è un obiettivo diretto degli attacchi, ma non bisogna sottacere che l'aumento del livello e dell'intensità degli scontri rende la situazione delicata". Lo afferma il ministro della Difesa Guido Crosetto. "Ho tenuto informati - assicura il ministro - e terrò informati degli ulteriori sviluppi la presidenza della Repubblica, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed il collega Tajani".
Tajani, "è bene che gli italiani se ne vadano"
"Noi invitiamo tutti i cittadini italiani a lasciare il Libano usando i voli commerciali da Beirut per Milano o per Roma". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Tg2Post. "In questo momento è bene abbandonare il Paese perchè la situazione è veramente complicata, ci sono combattimenti in corso. Quindi, per la massima garanzia, è bene che i cittadini italiani se ne vadano. Naturalmente, ci sono parti del Paese che sono in sicurezza quindi non ci sono particolari rischi. Bisogna valutare le singole realtà. Pero' soprattutto coloro che sono nel sud o nella città di Beirut sono a rischio quindi è bene abbandonare il territorio libanese. Da qualche settimana abbiamo rinforzato la presenza dei carabinieri paracadutisti del Tuscania per garantire la nostra ambasciata".
Quella dei militari italiani in Libano, ha precisato Tajani, "è un'operazione di peacekeeping, non di combattenti. Credo che non ci sarà un cambiamento delle regole d'ingaggio. Ci potrebbe essere, come noi auspichiamo, un rafforzamento della presenza dell'Unifil con un rafforzamento anche politico maggiore, con maggiori competenze su quel territorio. Pero' bisogna aspettare una de-escalation. Quindi, che cessi questa frase di crisi".
A Quarta Repubblica, su Rete 4, invece, Tajani ha detto: "Abbiamo ridotto il numero dei militari a Beirut che si occupano dell'addestramento dei militari libanesi. D'intesa con il ministro Crosetto, a Beirut sono rimasti soltanto quelli necessari al funzionamento della caserma, gli altri sono rientrati anche perchè in questa situazione non possono operare".
"C'e' un fatto politicamente importante. l'elezione di un nuovo presidente del Libano", ha aggiunto Tajani. "Se il Libano decidera' di farlo, il nuovo presidente potrebbe essere l'interlocutore giusto per trattare un cessate il fuoco e quindi andare verso la pace. Il presidente del Libano, come prevede la Costituzione libanese dev'essere un cristiano maronita, quindi non un amico di Hezbollah. Un cristiano maronita che puo' essere in grado di trattare con Tel Aviv un cessate il fuoco"
Unifil, "scontri intensi, impossibili i pattugliamenti"
Le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite in Libano non sono in grado di effettuare pattugliamenti a causa dell'intensita' degli attacchi israeliani e dei razzi di Hezbollah diretti contro Israele. Lo dice un portavoce delle Nazioni Unite. "I nostri Caschi Blu Unifil rimangono in posizione nell'area di responsabilita' della missione, mentre l'intensita' dei combattimenti impedisce i loro movimenti e la capacita' di svolgere i compiti loro assegnati", ha detto Stephane Dujarric, portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, in una conferenza stampa. "Data l'intensita'" degli scontri "non sono in grado di effettuare pattugliamenti".
Biden chiede un "cessate il fuoco ora"
Da parte sua Washington lavora sempre per scongiurare l'allargamento del conflitto nella regione: l'amministrazione Biden teme un attacco dall'Iran in seguito all'uccisione di Nasrallah e sta lavorando con Israele per la difesa, ha fatto sapere la Cnn. Parallelamente, ha avvertito Teheran che se nei prossimi giorni attaccasse direttamente lo Stato ebraico, la risposta questa volta sarebbe più ampia e imponente rispetto ad aprile, quando la Repubblica islamica lanciò centinaia di missili e droni contro Israele. Ai giornalisti che gli hanno chiesto la sua posizione su una incursione di terra limitata in Libano, lo stesso Biden ha risposto: "Sono più preoccupato di quanto possiate immaginare e vorrei che si fermassero. Dovremmo avere un cessate il fuoco ora".
L'Iran non lascerà senza risposta nessuno degli "atti criminali" di Israele e "taglierà mani e piedi" a coloro che attaccano il Paese, ha sottolineato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani. Salvo poi aggiungere che Teheran non schiererà combattenti in Libano e Gaza, i quali "hanno la capacità e il potere di affrontare l'aggressione del regime sionista". Del resto, ha continuato, "non abbiamo ricevuto alcuna richiesta e sappiamo che non hanno bisogno dell'aiuto delle nostre forze".
Il premier libanese incontra il ministro degli Esteri francese
A Beirut, il premier Najib Mikati ha incontrato il nuovo ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, il primo diplomatico occidentale di alto livello a visitare la capitale libanese dall'intensificarsi degli attacchi israeliani. Il capo del Quai d'Orsay ha nuovamente esortato Israele a non intraprendere alcuna invasione via terra del Libano, aggiungendo che la Francia intensificherà il suo sostegno all'esercito libanese. "La chiave della soluzione è porre fine all'aggressione israeliana contro il Libano e riprendere l'appello lanciato da Stati Uniti e Francia, con il sostegno dell'Unione europea e dei Paesi arabi e stranieri, a favore di un cessate il fuoco", gli ha fatto eco il leader libanese, sottolineando che "la priorità è l'attuazione della risoluzione Onu 1701", che mise fine alla guerra del 2006 tra Israele e Hezbollah. A questo proposito, Mikati si è detto pronto a schierare l'esercito nel sud del Paese.
Proprio l'attuazione di tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu è necessaria per un via libera di Israele al cessate il fuoco in Libano, ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, ribadendo che non ci sarà nessuna tregua finché Hezbollah non si sposterà a nord del fiume Litani e non verrà disarmato, come previsto dal testo dell'accordo. "La prossima fase della guerra contro Hezbollah inizierà presto", ha avvertito il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant.
Il messaggio di Netanyahu agli iraniani
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha pubblicato un messaggio video in inglese, rivolgendosi direttamente al popolo iraniano. "Quando l'Iran sarà finalmente libero e quel momento arriverà molto prima di quanto la gente pensi, tutto sarà diverso. I nostri due antichi popoli, il popolo ebraico e il popolo persiano, saranno finalmente in pace. I nostri due paesi, Israele e Iran, saranno in pace", ha affermato, sostenendo che al regime della Repubblica islamica non importa del suo popolo, e preferisce "sprecare miliardi di dollari in guerre inutili in Medio Oriente" e "in armi nucleari" invece di migliorare le condizioni di vita dei suoi abitanti. Da qui l'esortazione agli iraniani a voltare le spalle ai loro leader. "Israele è con voi", ha aggiunto Netanyahu.
Le forze armate israeliane continuano intanto a bombardare il Libano: oltre a raid nella valle della Beqaa e nel sud, nella notte hanno anche compiuto un attacco al centro di Beirut, uccidendo tre esponenti di spicco del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp), tra cui il leader Nadal Abdel-Alel. Ucciso in un attacco vicino Tiro anche il leader di Hamas in Libano, Fateh Sherif Abu Al-Amin. L'uomo era parallelamente un dipendente dell'Unrwa, ma era stato "messo in congedo amministrativo senza retribuzione a marzo e sottoposto a un'indagine sulle sue attività politiche", ha fatto sapere l'agenzia Onu per i palestinesi.
Oltre ai razzi sulla Galilea, Hezbollah ha rivendicato di aver usato per la prima volta contro Israele un missile balistico antinave Nour, sparato contro la comunità di Kfar Giladi, vicino al confine con il Libano. Intanto, dallo Yemen, i ribelli Houthi hanno annunciato che intensificheranno le operazioni militari contro lo Stato ebraico, all'indomani dell'attacco dell'Idf su obiettivi del gruppo filo-iraniano che ha causato cinque morti e 57 feriti.