AGI - L'uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah in un attacco aereo israeliano su Beirut avvicina lo scenario di una guerra regionale, "più di quanto si possa immaginare" secondo l'analista del MENA Centre di Ispi, Luigi Toninelli. In una breve nota di commento inviata a caldo nel giorno in cui è stata confermata la morte di Nasrallah, l'esperto di Ispi sottolinea che "ha rappresentato per oltre trent'anni una spina nel fianco per Tel Aviv ma, soprattutto dopo il 2006, ha fissato chiare regole di ingaggio con l'eterno rivale, evitando in molte occasioni lo scoppio di un conflitto dalle conseguenze disastrose". Ecco perché, prosegue l'analisi, "ucciderlo oggi getta un'ombra non soltanto sul futuro del partito-milizia libanese ma anche su quale postura il Partito di Dio assumerà nel prosieguo della guerra.
Se Nasrallah aveva cercato in ogni modo di evitare un'escalation, non è chiaro cosa succederà con il cambio di leadership, che probabilmente dovrebbe passare al vice di Nasrallah, Naim Qassem, o al capo del Consiglio esecutivo del Partito - e cugino da parte di madre di Nasrallah - Hashim Safi Al Din". Secondo Toninelli, inoltre, "l'uccisione del Segretario generale complica i calcoli anche di Teheran, che fino a oggi aveva cercato di tenersi alla larga da un conflitto sempre più regionale. Oggi il suo più stretto alleato, colui che ha operativamente favorito lo sviluppo del cosiddetto Asse della resistenza, è morto ed Hezbollah è in profonda difficoltà. Se fino a due giorni fa la guida Ali Khamenei esaltava la forza del gruppo libanese e sembrava volersi lavare le mani da una possibile attacco contro Israele, oggi qualcosa potrebbe essere cambiato. Lo scoppio di una guerra regionale è sempre più vicino e in molti non faranno difficoltà a indicare il colpevole in Israele", conclude l'analisi.