AGI - Il Parlamento europeo voterà domani in plenaria - a mezzogiorno - una risoluzione sull'Ucraina in cui, tre le altre cose, "invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali consegnati all'Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo". Secondo i proponenti - Ppe, S&d e Renew - le restrizioni "ostacolano la capacita' dell'Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all'autodifesa secondo il diritto internazionale e lasciano l'Ucraina esposta ad attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture".
La risoluzione rischia tuttavia di creare fratture all'interno dei vari gruppi con alcune delegazione - anche tra gli italiani - che non vorrebbero chiedere la revoca delle restrizioni alle armi. Nel tentativo di equilibrare il testo, al punto tre della risoluzione si invitano "l'Ue e i suoi Stati membri a lavorare attivamente per mantenere e ottenere il più ampio sostegno internazionale possibile all'Ucraina e per individuare una soluzione pacifica alla guerra, che deve basarsi sul pieno rispetto dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina".
Mosca risponde a Stoltenberg, "dichiarazioni pericolose"
Permettere a Kiev di sparare missili a lungo raggio in profondità in Russia non rappresenta una linea rossa, aveva affermato ieri il segretario generale della Nato uscente, Jens Stoltenberg. Una dichiarazione che, secondo il portavoce del Cremlino, Dmytry Peskov, è "estremamente pericolosa". "Una tale dimostrazione di non voler prendere sul serio la dichiarazione del presidente russo è una mossa miope e non professionale", ha dichiarato Peskov alla stampa, "si tratta di una posizione altamente provocatoria e pericolosa".
Peskov ha dichiarato di essere propenso ad attribuire la dichiarazione di Stoltenberg al fatto che lascerà presto il suo incarico. Tra pochissimo tempo, il segretario generale della Nato in carica "non dovrà essere responsabile delle sue parole", ha detto. Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato in precedenza che permettere a Kiev di lanciare missili a lungo raggio in profondità in Russia significherebbe un coinvolgimento diretto della Nato nel conflitto ucraino e ne cambierebbe l'essenza, per cui Mosca dovrebbe prendere decisioni in base alle minacce emergenti.
Al Times di Londra Stoltenberg aveva detto che "è sbagliato dire che gli alleati della Nato sarebbero parte del conflitto se permettessero l'uso delle armi contro obiettivi legittimi in territorio russo. La Corea del Nord e l'Iran stanno fornendo un significativo supporto militare e forniscono missili e droni alla Russia senza diventare parte diretta del conflitto". Stoltenberg Ha respinto l'avvertimento di Putin sul rischio di superamento di una "linea rossa" che metterebbe la Russia "in guerra" con la Nato. "Ci sono state molte linee rosse dichiarate da Putin in precedenza, e non ha avuto un'escalation, coinvolgendo anche gli alleati della Nato direttamente nel conflitto", ha detto. "Non l'ha fatto perché si rende conto che la Nato è l'alleanza militare più forte del mondo. Si rende anche conto che le armi nucleari, la guerra nucleare, non possono essere vinte e non dovrebbero essere combattute. E noi glielo abbiamo fatto capire più volte".
Kiev: fermata la controffensiva russa nel Kursk
Per quanto riguarda la situazione sul campo, Kiev ha riferito che la controffensiva russa volta a riconquistare le zone della regione di Kursk sotto il controllo ucraino è stata fermata. Il portavoce del comando regionale ucraino, Oleksii Dmitrashkivski, ha precisato ad AFP che in questa zona si trovano "diverse migliaia" di civili russi. I russi "hanno tentato di attaccare dai fianchi ma sono stati fermati, la situazione si è stabilizzata e oggi è tutto sotto controllo", ha detto Dmitrashkivski.
Le forze ucraine hanno lanciato un attacco a sorpresa il 6 agosto nella regione di confine russa di Kursk, dove hanno sequestrato diverse centinaia di km quadrati e decine di città. L'esercito russo ha annunciato il 12 settembre di aver riconquistato terreno lanciando una controffensiva nella regione. "Hanno ottenuto alcuni piccoli successi, ma questo successo ora è diventato per loro un virtuale accerchiamento", ha detto il portavoce, second il quale "diverse migliaia" di civili russi sono rimasti nel territorio controllato dall'Ucraina.