AGI - L'esame della controversa riforma del potere giudiziario voluta dal presidente messicano uscente Andres Manuel Lopez Obrador è stato sospeso martedì dal presidente del Senato dopo l'irruzione di un centinaio di manifestanti nell'emiciclo della Camera Alta. La discussione, è stato riferito, proseguirà in un'altra sede. Riuniti per diverse ore nei pressi del palazzo legislativo, i dimostranti hanno improvvisamente oltrepassato le barriere di sicurezza e hanno fatto irruzione prima sul balcone, poi nell'Aula, costringendo il presidente del Senato, Gerardo Fernandez Norona, ad aggiornare la sessione.
Tra i manifestanti ci sono funzionari giudiziari in sciopero e studenti di giurisprudenza che hanno gridato "senatori, fermate il dittatore" e "la magistratura non cadrà", brandendo un'enorme bandiera messicana. Adottata la settimana scorsa dai deputati in una palestra, sotto i canestri da basket, dopo un'altra protesta che aveva bloccato i lavori della Camera, la riforma costituzionale prevede l'elezione dei giudici - compresi quelli della Corte Suprema - e dei magistrati mediante "voto popolare".
Questa riforma, inedita a livello mondiale, sta generando forti tensioni con Washington, il principale partner commerciale del Paese. Il capo dello Stato messicano, che sarà sostituito il 1 ottobre dalla presidente eletta Claudia Sheinbaum, dello stesso partito, sostiene che la giustizia messicana è corrotta e serve solo gli interessi economici delle èlite, in una nazione dove, secondo le Ong, oltre il 90% dei crimini resta impunito.
Gli oppositori ritengono che il testo indebolirà l'indipendenza dei giudici e li renderà vulnerabili alle pressioni della criminalità organizzata. Lopez Obrador ha accusato la Corte Suprema di aver bloccato più volte le riforme portate avanti dalla sua amministrazione.