AGI - Marco non riesce a stare fermo: ruba la bandierina al suo compagno Marso, il cappello a un altro... si alza dalla sedia, vuole ballare. Una suora cerca di contenerlo ma Marco dopo un po' ricomincia. Marco, affetto da Sindrome di Down, è uno dei tanti bambini della scuola Irmas Alma, gestita dalla Congregazione delle suore Alma e che si occupa a Dili dei bambini più svantaggiati, a cui sono state diagnosticate disabilità fisiche e mentali e anche delle loro famiglie, preparandole a come accettare la condizione di un figlio con malattie gravi.
Papa Francesco va da loro, in forma privata. Li abbraccia, si complimenta per i loro balli, regala caramelle, si commuove. Circa una cinquantina i bambini, tutti con la maglietta azzurra con logo e scritta sulla schiena "Viva Papa Francesco". Si siedono in circolo, sventolano bandierine di Timor Est e fanno festa intorno all'anziano Pontefice, diventato in un attimo un nonno che dispensa carezze.
Il cortile della scuola ha una moquette rossa e su un lato le suore hanno disposto rosari, statue della Vergine di Fatima, regali e tante bottigliette d'acqua, che al passaggio del Papa, vogliono far benedire. Ad accogliere un sorridente Francesco e' una bimba focomelica, accompagnata da due sue compagne, una delle due non vedente, tutte e tre vestite con abiti tradizionali. La piccola, di nemmeno 5 anni, omaggia Bergoglio con un tais, la tradizionale sciarpa timorese. Francesco la stringe a sè e mentre la Superiore della Comunità Gertrudis Bidi sistema alla bimba la spallina calata del vestito.
"Non si può fare qualcosa per lei? Possiamo operarla?", si gira il Papa chiedendo a un suo collaboratore. "I bimbi sono il nostro tesoro più grande", afferma suor Bidi raccontando al Pontefice gli obiettivi della missione di Alma. Poi nel breve saluto ai presenti Francesco riprende un brano del Vangelo di Marco per sottolineare che nel giudizio finale saremo giudicati per come ci prendiamo cura del prossimo.
"Questo io lo chiamo 'il sacramento dei poveri'. Un amore che costruisce, rafforza. Senza amore questo non si capisce", precisa. Ed esorta a prendere esempio dai bambini che, come veri maestri, ci "insegnano come dobbiamo lasciare che gli altri si prendano cura di noi". "Anche noi dobbiamo lasciare che ci si prenda cura di noi. Lasciare che Dio, nostro Padre si prenda cura di noi e Maria, nostra madre, si prenda cura di noi". E' tempo che Papa Francesco raggiunga gli altri incontri in agenda. I bambini lo salutano ballando e cantando. Marco allora si scatena coinvolgendo con la sua allegria tutti.