AGI - Tra due anni SpaceX lancerà la prima astronave Starship sul Pianeta Rosso, senza personale umano, non appena si sarà aperta la prossima finestra di trasferimento dalla Terra a Marte. E, se l'atterraggio avrà successo, dopo altri due anni sarà il turno dei primi astronauti, chiamati a scrivere una pagina rivoluzionaria della storia dell'umanità quale il primo sbarco su un altro pianeta. La nuova tabella fornita sabato scorso in un post su X, la rete sociale di sua proprietà, da Elon Musk è assai meno cauta di quella stilata lo scorso aprile, quando il fondatore di SpaceX aveva previsto l'invio della prima navicella entro il 2029 e l'arrivo della prima persona su Marte entro il 2031. La ragione dell'accresciuto ottimismo potrebbe risedere nel successo del rientro dallo spazio, a velocità ipersonica, di un razzo Starship, ammarato nell'Oceano Indiano lo scorso giugno completando al quarto tentativo un intero test dimostrativo di volo in orbita intorno al mondo.
La prima Starship a dirigersi verso Marte "sarà senza equipaggio per collaudarne l'affidabilità nell'atterrare intatta su Marte", ha spiegato Musk. Prima di procedere all'invio di astronauti, come intuibile, dovranno essere effettuate diverse prove con esito positivo. E l'istrionico miliardario nordafricano, come è suo costume, ha già la testa al passo successivo: la colonizzazione del pianeta. "Da quel momento", ha proseguito, "la frequenza dei voli crescerà in modo esponenziale, con l'obiettivo di costruire una città in grado di sostenersi da sola in circa 20 anni". Anche qua c'è un'accelerazione verso un obiettivo che da tempo non è più solo materia riservata agli autori di fantascienza: nella sua celebre conferenza del 27 settembre 2016 all'edizione messicana dell'International Astronautical Congress, tenutasi a Guadalajara, il visionario imprenditore aveva evocato l'insediamento di un milione di persone nella prima colonia marziana negli anni '60 di questo secolo.
Ma l'orizzonte più immediato è la Luna
Ambizioni titaniche che pongono una serie numerosissima di sfide. L'attenzione, al momento, si concentra però sulla più concreta: i costi, che dovranno essere abbattuti. La svolta epocale impressa da Musk alla Space Economy è stata la produzione di vettori in grado di rientrare e atterrare intatti così da essere riutilizzabili per ripetute missioni. L'orizzonte attuale di Starship è la produzione su scala industriale di grandi astronavi multiuso di nuova generazione capaci di far viaggiare dalla Terra alla Luna personale umano e grandi carichi di materiali.
Prima di guardare a Marte, bisognerà infatti concretizzare la prospettiva molto più vicina e tangibile del ritorno sul nostro satellite. È soprattutto una questione di politica e sicurezza internazionale per una Nasa che, dopo il fragoroso flop dello Starliner di Boeing ancora bloccato nello spazio, è sempre più dipendente da SpaceX. La contesa si gioca sullo sfruttamento delle risorse minerarie della Luna. E l'arcirivale Cina ha già segnato una pietra miliare dell'esplorazione spaziale con il ritorno, lo scorso giugno, della sonda Chang'e 6 con campioni prelevati dal lato oscuro del satellite. Agli appuntamenti con la storia il ritardo non è mai un'opzione, nemmeno nello spazio.