AGI - Era stata preannunciata come una tornata elettorale "scontata" e così è stata: il presidente uscente dell'Algeria, Abdelmadjid Tebboune, sfidato da soli altri due candidati alla massima carica dello Stato, come da copione, è stato rieletto per un secondo mandato con quasi il 95% dei voti, secondo quanto annunciato domenica dal presidente dell'autorità elettorale algerina (Anie), Mohamed Charfi.
Su un totale di oltre 5 milioni e mezzo di voti registrati ben 5,3 milioni di elettori hanno votato per il Presidente in carica, Tebboune, "ovvero il 94,65% dei voti", ha dichiarato Mohamed Charfi. Quest'ultimo, osservano i media stranieri, non ha fornito nuove cifre sull'affluenza alle urne, dopo aver annunciato nella serata di ieri, sabato, "un tasso medio (di affluenza) del 48% alla chiusura dei seggi" alle 20:00 (le 21:00 in Italia).
"Le elezioni (del 7 settembre) sono state caratterizzate da un alto grado di trasparenza" e "hanno rispecchiato la maturità elettorale del popolo", ha affermato il presidente dell'Anie, congratulandosi per lo svolgimento delle operazioni elettorali e senza mai commentare le denunce della vigilia arrivate dopo le accese polemiche sollevate dalle opposizioni nei giorni precedenti. Poche ore prima dell'intervento di Charfi, uno dei due rivali di Tebboune, il candidato islamista moderato Abdelaali Hassani, aveva infatti rivelato che c'erano state "violazioni" durante lo scrutinio: nello specifico, delle "pressioni su alcuni funzionari dei seggi per gonfiare i risultati", in particolare il tasso di affluenza alle urne.
Proprio il tasso di affluenza è stato considerato un po' da tutti i partiti uno dei "fattori" da tenere maggiormente d'occhio in queste elezioni. Dopo la scarsa affluenza del 2019, quando Tebboune vinse ma con un record di astensionismo, e dopo il sostanziale disinteresse al voto dimostrato anche in occasione dei successivi referendum, il Presidente non era mai riuscito a presentarsi in patria e all'estero come un leader "popolare".
In queste elezioni presidenziali, tuttavia, secondo l'Anie l'affluenza sarebbe aumentata dal 38% del 2019, a oltre il 48%. Un successo, insomma, rispetto le ultime elezioni. Ma, in realtà, anche questo dato sta sollevando perplessità negli altri team elettorali: quello di Hassani e del socialista Youcef Aouchiche, i solo due candidati (dei 16 che avevano presentato la loro candidatura) "approvati" dall'autorità elettorale nazionale.
Benché i leader delle forze politiche sfidanti - il partito islamista moderato e il fronte delle forze socialiste - nutrissero ben poche speranze di vittoria, i loro team hanno comunque contestato la modalità utilizzata dall'Anie per calcolare proprio il tasso di affluenza. Inoltre l'autorità elettorale ha anche dichiarato di aver computato solo il numero di elettori che hanno votato per uno dei candidati, escludendo le schede bianche. Senza sorpresa alcuna quindi, l'islamista moderato, Abdelaali Hassani, 57 anni, ha ottenuto un insoddisfacente 3,17% dei voti mentre il candidato socialista, Youcef Aouchiche, 41 anni, ha portato a casa solo il 2,16% dei consensi.
Sulla carta quindi, il presidente in carica, Tebboune, ha centrato questa sera un doppio obiettivo: quello ampiamente atteso della sua rielezione, ma anche quello di aumentare sensibilmente il suo sostegno popolare dopo che, cinque anni fa, quasi il 60% del Paese aveva disertato le urne. Resta agli occhi dell'opinione pubblica il 'neo' di una tornata che ha visto esclusi dalla competizione elettorale altri 13 aspiranti candidati alla poltrona presidenziale. Un tema che, insieme al problema della scarsa trasparenza del conteggio dei voti e dell'opposizione di fatto silenziata, potrebbe tornare a soffiare sulle ceneri di un Paese che nel 2019, spinto dal movimento pro-democrazia Hirak, sognava elezioni libere, riforme economiche strutturali e un cambiamento politico netto.
Il trionfo annunciato di Tebboune, secondo alcuni analisti, potrebbe addirittura trasformarsi in un problema se fosse confermata un'affluenza più scarsa di quella annunciata oppure, peggio ancora, se vi saranno vizi sui registri di voto, ovvero "casi di voto di gruppo per procura", come ha denunciato il team elettorale di Hassani.
"Il presidente ha auspicato un'affluenza significativa", ha dichiarato Hasni Abidi, analista algerino presso del centro studi Cerman di Ginevra. Questo, ha aggiunto, "resta il suo problema principale" specie se (come sembra) Tebboune non è riuscito a conquistare il voto dei giovani che rappresentano la metà dei 45 milioni di algerini che abitano questo paese nordafricano, ha sottolineato Abidi. Non è solo lui a ritenere che il presidente rieletto potrebbe risultare, a dispetto delle percentuali di voto appena annunciate, "indebolito".