AGI - Più che un rimpasto quello in corso in Ucraina è una "rotazione" dei quadri del governo, "altamente preparata" e frutto di un lungo dibattito interno all'amministrazione Zelensky e con i partner occidentali. È l'analisi di Mikhahilo Minakov, senior advisor sull'Ucraina al Kennan Institute del Wilson Center che in un'intervista all'AGI invita a "non vedere alcun intrigo" dietro alle dimissioni di due vicepremier e cinque ministri, tra cui quello degli Esteri, Dmytro Kuleba.
"La preparazione per questa rotazione è iniziata a febbraio-marzo", fa notare Minakov, "si parlava inizialmente di una mossa radicale col cambio dell'intero governo compreso il premier". "Il dibattito interno all'amministrazione ucraina e le discussioni con i partner occidentali" hanno portato alla decisione di "lasciare in carica il primo ministro, Denys Shmyhal, e procedere solo con dei cambiamenti cosmetici", sostiene l'analista.
Prova che questa rotazione sia una mossa ampiamente preparata è l'uscita dal ministero degli Esteri di Dmytro Kuleba e l'arrivo al suo posto del vice, Andriy Sybiga. "Sybiga, che ha lavorato all'Ufficio del presidente", spiega l'analista, "è stato nominato agli Esteri sei mesi fa proprio per preparare questa transizione soft e dare continuità alla politica estera". "La sua nomina a successore di Kuleba", prosegue, "indica che la diplomazia giocherà un ruolo sempre minore nella risoluzione del conflitto".
Per Minakov, Kuleba rimarrà nel governo con nuovo incarico, ma era da oltre quattro anni nel suo incarico, "un tempo inusuale". In generale, le nuove nomine "non porteranno cambiamenti dal punto di vista politico, alcune figure verranno spostate dall'Ufficio del presidente al Gabinetto e viceversa".
Era un Gabinetto "molto longevo per lo standard ucraino e in tempi così difficili il fattore umano è molto importante, serve ridare energie, ma non perdere i precedenti funzionari", prosegue l'analista. Il 'rimpasto' in corso, sostiene Minakov, dimostra che "l'Ufficio del presidente, vero centro informale del potere ucraino, è stabile, controlla il Parlamento e il Gabinetto, nonostante tutte le questioni legali, di sicurezza e il calo di popolarità di Zelensky. Inoltre rafforza il suo capo, Andrii Yermak, che vede il suo potere accresciuto".
Una delle poltrone su cui Minakov invita a portare l'attenzione è quella del ministro della Giustizia: "a Denys Maliuska potrebbe succedere la vicepremier dimissionaria Olha Stefanishyna, responsabile dell'integrazione euroatlantica", sostiene l'analista. "Questo dicastero è estremamente importante, perché monitora l'intera verticale delle istituzioni anti-corruzione che a loro volta controllano le èlite del potere economico e politico".