AGI - Si fanno sempre più insistenti le voci secondo cui potrebbe essere Bernard Cazeneuve il nuovo primo ministro francese. Secondo il quotidiano Le Monde, il nome dell'ex socialista sembra risaltare quale scelta di Emmanuel Macron per palazzo Matignon. Statista rispettato sia a destra che a sinistra, Bernard Cazeneuve è una delle rare personalità che "riunirebbe immediatamente contro di se' la maggioranza dell'Assemblea". "Dobbiamo nominare una persona capace di unire la sinistra e la destra" e che sia "notoriamente indipendente" dal presidente della Repubblica, ha raccomandato a France Inter l'ex ministro dell'Istruzione Jean-Michel Blanquer, citando in particolare il nome di Bernard Cazeneuve.
L'ipotesi Cazeneuve, tuttavia, divide il suo ex partito, i socialisti, e prende di mira i ribelli. Dalla Serbia, dove è arrivato nel tardo pomeriggio di giovedì per 24 ore, Emmanuel Macron ha voluto rassicurare: "Credetemi, sto facendo ogni sforzo per trovare la migliore soluzione per il Paese. Parlerò ai francesi a tempo debito e nel quadro giusto".
La decisione potrebbe arrivare all'inizio della settimana prossima, lasciano filtrare fonti del suo entourage. Dopo aver formalmente escluso di cedere le chiavi di Matignon alla candidata del Nuovo Fronte Popolare (NFP) Lucie Castets, vedendo poi sfumare la speranza di concludere un accordo con la destra, Macron potrebbe ora essere tentato di ricorrere a una personalità moderata di sinistra come Cazeneuve, ex capo del governo ai tempi di Francois Hollande, uscito dal PS nel 2022. L'interessato, che avrebbe dovuto partecipare domani a Saone-et-Loire alle lezioni estive del "Laboratoire de la Republique" creato dall'ex ministro macronista Jean-Michel Blanquer, alla fine ha revocato la propria disponibilità, alimentando le voci di una nomina ormai prossima a palazzo Matignon.
Intanto il fronte dei ribelli, guidato da Mathilde Panot, annuncia che il Nuovo Fronte Popolare "voterà per la censura contro Cazeneuve e presenterà mozioni di censura contro qualsiasi governo che non sia guidato da Lucie Castets".
Ma è all'interno del Partito socialista, riunito a Blois per il campus estivo, che l'Eliseo esamina gli equilibri di potere. "La barra si sposta verso i socialisti", sottolinea un ministro del governo dimissionario. "Non esiste alcuna divisione tra coloro che sarebbero favorevoli al compromesso e coloro che non lo vorrebbero", ha insistito venerdì a Blois il capo del partito Olivier Faure. Per raggiungere dei compromessi, i socialisti devono "stabilire un equilibrio di potere", altrimenti rischiano di ritrovarsi con un "primo ministro in obbligo nei confronti del presidente".
L'attesa imposta dal presidente favorisce ogni speculazione e offerta di servizi. Così, l'ex ministro Segolene Royal si è detta "disponibile a tentare di formare un governo di unità repubblicano". Nemmeno il sindaco di Saint-Ouen Karim Bouamrane, figura emergente del Partito socialista il cui profilo ha attirato l'attenzione dell'Eliseo, ha chiuso la porta.
Ha detto che sarebbe "in grado" di diventare primo ministro facendo "compromessi", ma avrebbe bisogno del previo via libera del suo partito, e più in generale del Nuovo Fronte Popolare. Si sottrae a questo dibattito il Raggruppamento Nazionale che ha il primo gruppo nell'Assemblea Nazionale e mantiene una posizione cauta. Contro Bernard Cazeneuve "non ci sarà alcuna censura di principio", ha detto il portavoce del partito Laurent Jacobelli, spiegando che le truppe dei Rn si metteranno di traverso solo "se nel bilancio e nel programma ci saranno cose che sembrano andare contro gli interessi dei francesi".