AGI - È ormai 'impasse' totale in Francia per la scelta del premier che dovrà formare un nuovo governo. Dopo le consultazioni di venerdì scorso con il Nuovo Fronte Popolare, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha ricevuto gli esponenti della destra. Nessun colpo di scena, nessun 'Deus ex machina', bensì la percezione che, giorno dopo giorno, la situazione sia sempre più bloccata e senza via di uscita. Al punto che si inizia a evocare un nuovo round di negoziati.
Primo arrivo all'Eliseo è stata la presidente dell'Assemblea nazionale Yael Braun-Pivet, che ha lasciato il Palazzo senza fare alcuna dichiarazione. Diversamente dai due leader del Rassemblement National, Marine Le Pen e Jordan Bardella, che hanno ribadito alla stampa la loro intenzione di censurare "un probabile governo del Nuovo Fronte Popolare". E questo, anche senza ministri Insoumis, perché ha detto le Pen: "Non cambia assolutamente nulla". La leader ha chiesto quindi l'apertura di una sessione straordinaria del Parlamento a settembre affinché "l'Assemblea nazionale possa essere in grado di effettuare la censura, se necessario".
Sfiducia totale quindi, stallo, a cui si è unito anche l'alleato, ex Republicain, Eric Ciotti, che si è detto "totalmente contrario all'esistenza di un primo ministro Nfp", che "subirà immediatamente la censura da parte dei deputati del gruppo". Macron non chiuderà in tempi brevi, e Ciotti non esclude a questo punto che potrebbe procedere a una seconda ondata di consultazioni. In serata sarà il presidente del Senato Gèrard Larcher a chiudere gli incontri del giorno. Ma il tempo stringe e il premier dimissionario Gabriel Attal già da 41 giorni gestisce gli affari quotidiani di Matignon, cosa senza precedenti dal dopoguerra.
Si attendono segnali da Macron che potrebbe forse parlare, prima delle nuove consultazioni. Domenica il capo di Modem Francois Bayrou, fedele alleato del presidente, ha evocato la possibilità che il capo dello Stato "si consulti un po' più ampiamente". Cosa che non piacerà però al Nuovo fronte popolare, ansioso di piazzare la candidata Lucie Castets. "Non voglio partecipare a una messa in scena in cui i dadi sono truccati", ha avvertito il socialista Olivier Faure su FranceInfo.
Il giorno prima, l'Insoumis Manuel Bompard aveva denunciato le "manovre del presidente della Repubblica per impedire alla sinistra di governare il paese", e aveva avvertito che qualsiasi altro primo ministro diverso dalla signora Castets avrebbe portato alla "censura" del nuovo governo, a una "mobilitazione" di piazza e infine al "licenziamento" di Macron. Oggi intanto il capo dell'Eliseo dovrà partecipare alla cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici, prima di partire per la visita in Serbia giovedì e venerdì. È probabile allora che la scelta del premier dovrà ancora aspettare.