AGI - Quasi trent'anni dopo Bill Clinton torna a una convention allo United Center. Lo farà, a Chicago, dove nel '96 accettò la nomination per correre, con successo, per il secondo mandato come presidente degli Stati Uniti. Stavolta Clinton, 78 anni, parlerà per lanciare la candidatura di Kamala Harris. Sarà il suo dodicesimo discorso di investitura alle convention del partito e, dicono i media, sarà "pieno di speranza" ma anche con qualche colpo basso diretto a Donald Trump. L'ex presidente ricorderà le qualità richieste per guidare il Paese, dal rispetto degli altri a quello verso la legge e la verità. Clinton punterà a mettere in evidenza le differenze tra Harris e Trump. Il suo intervento non fa parte solo del protocollo di eventi come questi, ha una valenza elettorale: l'ex presidente è considerato ancora quello più capace di catturare l'attenzione degli elettori neutrali negli Stati chiave, dove si deciderà la corsa di novembre. "Può parlare - ha detto Jamala Simmons, che ha lavorato per lui - dell'importanza del momento come poche persone sono in grado di fare". L'ex presidente ha parlato un paio di volte con Harris, da quando è stata indicata da Joe Biden il 21 luglio. L'ex first lady e segretario di Stato Hillary Clinton ha dato il suo sostegno ad Harris diciannove minuti dopo l'endorsement di Biden per la sua vice. Qualcuno sostiene che i Clinton abbiano in mente di far entrare nella potenziale amministrazione Harris la figlia Chelsea, trovandole un incarico di ambasciatrice.
Bill & Hillary hanno appoggiato subito anche il vice di Harris, il governatore del Minnesota Tim Walz, atteso anche lui stasera allo United Center per il discorso di accettazione della nomination. Walz arriva con l'entusiasmo al massimo, testimoniato anche dagli ultimi sondaggi da cui lui risulta più decisivo del suo diretto avversario, il vice di Trump J. D. Vance. Secondo il rilevamento Syracuse University-Ipsos, gli americani ritengono che la scelta del compagno di "ticket" abbia reso più forte Harris rispetto a Trump. Due elettori su tre hanno dichiarato che la scelta del vice è "importante" per il loro voto. Ma c'è differenza tra schieramenti: conta per l'81 per cento degli elettori Democratici e solo per il 59 di quelli Repubblicani. Walz risulta più convincente in almeno quattro voci: ha una "maggiore connessione con l'americano di tutti i giorni" per il 43 per cento degli intervistati, contro il 35 di quelli che indicano Vance; capisce le sfide della comunità per il 39 per cento contro il 33 del suo avversario; è più vicino alle esigenze delle comunità rurali, il 39 contro il 34, ed e' considerato a favore delle politiche di cui possono beneficiare le classi più agiate nelle grandi citta', il 41 per cento contro il 29 che indica Vance.
Stasera è atteso da un discorso molto appassionato, ma anche umano. Walz ricorderà il suo passato di insegnante e di coach di una squadra di football del liceo, ed è quasi certo che farà un cenno ai suoi avversari "weird", cioè strambi, definizione che lui stesso ha coniato, facendola diventare virale e suscitando l'ira di Trump, che ogni giorno, nei suoi interventi pubblici, non nasconde il fastidio. Il tycoon, che ha fatto dell'insulto e della storpiatura dei nomi il suo mantra, continua a chiedere di smetterla di essere chiamato cosi' e ripete di non sentirsi "weird", cioe' proprio il tipo di reazione che invece di smontare gli avversari, li stimolerà a insistere. Walz citerà la parola "weird" e nell'area sarà ovazione. Su questo neanche gli scommettitori accettano quote.