AGI - Il vaiolo delle scimmie "non è il nuovo Covid". Lo ha ribadito Hans Kluge, direttore regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della sanità, intervenendo in un briefing al Palais des Nations di Ginevra. Kluge ha anche affermato che la "mancanza di impegno" e di "risorse" da parte dei governi europei ha impedito di debellare il virus. Secondo l'Oms, l'Europa registra 100 nuovi casi di Mpox ogni mese. La versione che sta circolando in modo esponenziale in Africa è una forma mutante separata del virus che uccide circa il 10% delle persone infette. È un "discendente" del mortale ceppo di clade I del virus Mpox ed è diverso dalla versione lieve che si è diffusa in oltre una dozzina di Paesi.
"Sappiamo già parecchio sul clade II - sottolinea Kluge - Dobbiamo ancora imparare di più sul clade I. In base a quanto sappiamo, l'Mpox si trasmette principalmente attraverso il contatto diretto con la pelle interessata dalle lesioni, anche durante i rapporti sessuali"".
Tuttavia, l'attuale stato di allerta dovuto al clade I offre all'Europa l'opportunità di riconcentrarsi sul clade II.
"Due anni fa abbiamo controllato l'Mpox in Europa grazie al coinvolgimento diretto delle comunità più colpite, ovvero gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini", dice Kluge. "Abbiamo messo in atto una sorveglianza rigorosa, abbiamo indagato a fondo sui nuovi casi e contatti e abbiamo fornito validi consigli sulla salute pubblica. Il cambiamento di comportamento - continua - le misure di sanità pubblica non discriminatorie e la vaccinazione contro l'MPox hanno contribuito a controllare l'epidemia. Traendo insegnamento dal nostro successo, abbiamo esortato i governi e le autorità sanitarie a sostenere tali misure, per contribuire a eliminare l'Mpox dall'Europa. Ma a causa della mancanza di impegno e di risorse non siamo riusciti a compiere l'ultimo miglio. In sintesi, mentre rafforziamo la vigilanza contro il clade I dell'Mpox, possiamo e dobbiamo impegnarci per eliminare una volta per tutte il clade II in Europa".
Gli ultimi dati dell'Oms mostrano che da gennaio 2022 sono stati registrati più di 99mila casi di Mpox a livello globale. Il Clade II ha suscitato allarme tra i funzionari sanitari nel 2022, tuttavia, le nuove infezioni sono gradualmente diminuite grazie alla maggiore consapevolezza della malattia e a un programma di vaccinazione affrettato.
La forma mutante che attualmente preoccupa gli esperti sanitari, chiamata clade Ib, uccide circa un adulto su 20 che infetta, e può arrivare fino a uno su 10 tra i bambini. Le infezioni sono state inoltre collegate a un preoccupante aumento degli aborti spontanei tra le donne incinte.
La scorsa settimana l'Oms ha dichiarato l'epidemia un'emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale. Si tratta della stessa denominazione che l'Oms ha dato al Covid a fine gennaio 2020, poche settimane prima che il virus si diffondesse in tutto il mondo. I casi del nuovo ceppo si concentrano nella Repubblica democratica del Congo.
Quest'anno in Africa si sono registrati più di 17mila casi e 571 decessi, secondo quanto affermato dalle autorità, con un aumento del 160% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Tuttavia, non è chiaro esattamente quanti casi e decessi siano stati causati dal nuovo ceppo, dato che le versioni più vecchie sono ancora in circolazione.
La città di Goma, nella Repubblica democratica del Congo, ha un aeroporto internazionale che offre frequenti voli diretti per l'Europa e gli esperti hanno già messo in guardia dal fatto che potrebbe rappresentare una possibile via di ingresso del virus in un nuovo continente. La scorsa settimana la Svezia ha segnalato il primo caso della nuova forma mortale del virus, il primo al di fuori dell'Africa. Da allora, Pakistan e Filippine hanno segnalato casi sospetti, anche se stanno aspettando i risultati dei test per confermare se sono correlati al ceppo. Affrontando la questione della diffusione del clade 1b durante il briefing, Kluge ha sottolineato che "l'Europa deve scegliere di agire in modo solidale. Solidarietà con le persone e le comunità colpite dall'MpoX, lavorando direttamente con loro per prendersi cura della propria salute. E solidarietà con la regione africana dell'Oms e con i suoi stati membri colpiti, sia in questo momento critico che nel lungo termine".
"Nel 2022 - ha concluso - l'Mpox ci ha mostrato che può diffondersi rapidamente in tutto il mondo. Possiamo e dobbiamo affrontarloinsieme, in tutte le regioni e i continenti. Il modo in cui risponderemo ora e negli anni a venire rappresenterà una prova decisiva per l'Europa e per il mondo".