AGI - 'Rentrèe politica in Francia questa settimana con il 'cloù degli eventi venerdì, quando il presidente Emmanuel Macron riceverà tutti i capi dei partiti e dei gruppi parlamentari, ultima consultazione prima di nominare un primo ministro capace di riunire una solida maggioranza in Assemblea.
In ordine sparso, la sinistra fa il suo ritorno politico intanto con le università estive degli Insoumis, dei comunisti e degli ecologisti, tutti eventi segnati dall'attesa per la nomina di un nuovo premier e la minaccia brandita da Lfi di 'licenziare' 'Macron. La candidata del Nuovo Fronte Popolare per Matignon, Lucie Castets, sarà la protagonista di alcuni di questi incontri. Parlerà giovedì sera a Tours tra gli ecologisti insieme a Marine Tondelier, venerdì sera a Montpellier con Fabien Roussel per i comunisti e sabato vicino a Valence con Manuel Bompard per gli Insoumis. Prima di presentarsi il fine settimana successivo a Blois alla manifestazione socialista.
Intanto il presidente ha invitato i leader dei vari partiti e gruppi parlamentari all'Eliseo il 23 agosto per le consultazioni. Nfp parteciperà in gruppo a questo invito accompagnato da Lucie Castets, il primo ministro da lui scelto, di cui l'Eliseo ha accettato la presenza nonostante non sia ne' parlamentare ne' leader di partito.
Gli Insoumis, da sempre appassionati di azioni radicali, hanno brandito l'articolo 68 della Costituzione che consente, in caso di voto di due terzi dei due rami del Parlamento, di licenziare il presidente per "violazione di doveri manifestamente incompatibili con l'esercizio del suo mandato". Una procedura che ha solo scarse possibilità di successo, ma che in realtà rafforza il pressing che l'estrema gauche di Melenchon sta facendo su Macron per costringerlo a nominare Lucie Castets a Matignon. Gli ambientalisti non sono d'accordo.
"Non è più questa la nostra posizione, il licenziamento non è affatto all'ordine del giorno", hanno fatto sapere anche i comunisti. Mentre da parte loro i socialisti hanno fatto sapere di non "sostenere in alcun modo questa iniziativa", ha dichiarato il deputato Philippe Brun, che non vede "nessuna possibilità di ottenere il licenziamento". La stessa Lucie Castets ha liquidato l'argomento dichiarando: "il punto non è il licenziamento, è la convivenza".
Non abbastanza per far tornare indietro il coordinatore nazionale di Lfi, Manuel Bompard, che ha assicurato che le dimissioni del presidente restano una "possibilità credibile".
La mobilitazione a 'gauche' intanto non spaventa l'esecutivo, dove vengono criticate, secondo voci vicino all'Eliseo, "proposte folli" di persone che "non riescono nemmeno a mettersi d'accordo sul licenziamento".
Macronisti verso socialisti, "Pronti a compromesso"
I macronisti sono "pronti a scendere a compromessi" con i socialisti per "permettere una coalizione" nell'Assemblea. Lo ha detto il deputato del campo presidenziale Jean-Rene' Cazeneuve, invitando a "trovare un terreno comune" per "evitare la censura".
"Chiedo ai socialisti la responsabilità di consentire una coalizione. Siamo pronti al compromesso", ha dichiarato il deputato del Gers Ensemble pour la Republique a Sud Radio. "Ci sono temi su cui possiamo lavorare insieme, ad esempio in materia fiscale", ha spiegato l'eletto macronista, riferendosi al tema "della condizionalità degli aiuti alle imprese".
"Si tratta di trovare un terreno comune che eviti la censura e permetta al governo di andare avanti", ha continuato, auspicando "l'apertura quanto più possibile per evitare la censura", il che significa "lavorare sia con i repubblicani e i movimenti di sinistra esterni a Lfi per trovare un governo".
Macron riceverà venerdì i rappresentanti dei partiti politici in vista della nomina del primo ministro. Cazeneuve ha avvertito che "un governo con gli Insoumis verrebbe censurato in un attimo". In queste condizioni, "socialisti ed ecologisti devono scegliere da che parte stare".
Rn chiede a Macron nuovo scioglimento dell'Assemblea
La vicepresidente del Rassemblement Nationale, Edwige Diaz, ha affermato che "un nuovo scioglimento" dell'Assemblea in Francia è "l'unico risultato possibile" per far uscire la Francia dallo "stato di paralisi" in cui ha portato il risultato delle elezioni legislative.
"Ci stiamo già preparando per queste nuove elezioni", ha detto a Franceinfo. Ma poiché nessun campo dispone della maggioranza assoluta, "qualunque sia il primo ministro nominato, sarà bloccato" e "in ogni caso la Francia sarà in uno stato di paralisi", ha aggiunto, stimando che una "grande coalizione che potrebbe passare dal PS ai repubblicani" non "reggerà perche' hanno obiettivi diversi". "Lo dico a Emmanuel Macron: deve procedere a un nuovo scioglimento", ha insistito.
Il tema sarà affrontato da Marine Le Pen e Jordan Bardella, invitati come gli altri capi di partiti politici e gruppi parlamentari venerdì all'Eliseo, in vista della nomina di un nuovo primo ministro.