AGI - Il sostegno pubblico di Barack e Michelle Obama a Kamala Harris è arrivato dopo che tutti i big avevano manifestato il loro, a cominciare da un'altra ex coppia presidenziale, Bill e Hillary Clinton. Stasera sarà il giorno in cui alla convention democratica gli Obama renderanno onore alla vicepresidente e candidata e al suo vice, il governatore del Minnesota Tim Walz, e proveranno ad allontanare le ultime ombre sul ruolo svolto nel cambio in corsa di candidati.
Alla United Arena di Chicago sono attesi quasi cinquemila delegati arrivati da tutti e cinquanta gli Stati e territori americani, e che in giornata parteciperanno a una votazione simbolica per confermare la nomination di Harris, già ufficialmente candidata due settimane fa attraverso il voto online dei delegati. Ma gli interventi che gli Obama faranno stasera, in due momenti distinti, sono molto attesi, dopo la serata di ieri dominata dal discorso del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha passato il testimone alla sua vice. Barack e Michelle Obama hanno dato il loro sostegno ad Harris solo il 26 luglio, cinque giorni dopo il ritiro della candidatura da parte di Biden. Quel giorno l'ex coppia presidenziale registrò un video diventato virale, in cui si sentiva la voce di Michelle confessare: "Non posso fare questa telefonata se prima non dico alla mia amica Kamala che sono orgogliosa di te, qui si farà la storia".
Stasera non ci sarà Biden, ripartito nella notte per Washington con la moglie Jill, e quest'assenza ha alimentato nuovi commenti legati alla freddezza nei rapporti tra Biden e il suo vecchio amico, Obama. Il presidente non ha mai perdonato a Barack di non averlo appoggiato nella candidatura nel 2016, preferendogli Hillary Clinton, e lo accusa, secondo quanto riportato dai media americani nelle ultime settimane, di non avergli detto in faccia che avrebbe dovuto farsi da parte.
Obama stasera farà un discorso in cui proverà a ricucire le ferite e a togliere ogni dubbio sul suo sostegno per Harris e a portare nuove certezze alla campagna Democratica. Nella notte, intanto, l'ex presidente si è portato avanti con il lavoro, rendendo onore a Biden con un post in cui, a commento dell'emozionante momento vissuto alla convention, e durato più di tre minuti, in cui la platea dei delegati ha tributato cori al presidente, ha detto: "Quello che ammiro di piu' in Joe è il suo decoro, la resilienza, il credo instancabile nella promessa del nostro Paese". "Negli ultimi quattro anni - ha aggiunto - quelli sono i valori di cui l'America ha avuto piu' bisogno. Sono orgoglioso di considerarlo il mio presidente e sono grato di considerarlo mio amico". Ma sarà anche il momento in cui Obama, 63 anni, e Harris, 59, sigilleranno il loro rapporto che dura da quasi due decenni, da quando il futuro presidente lodò la procuratrice della California. Ma è stato nel 2009 che le loro storie si sono saldate: fu quando, ospite del salotto televisivo di David Letterman, la giornalista afroamericana Gwen Ifill definì Harris la "Barack Obama donna". Da allora quella definizione ha accompagnato tutta la carriera politica di Harris, considerata una predestinata.
I due non hanno mai lavorato insieme, sia al Senato sia con l'amministrazione Obama, anche se Eric Holder, primo attornery general di Barack, chiese ad Harris se fosse stata interessata a sostituirlo il giorno in cui lui se ne fosse andato. Non accadde niente. Obama, però, recitò un ruolo chiave nell'elezione di Kamala nel 2010 in California, dandole l'appoggio e facendo un blitz nella sua campagna, negli ultimi giorni, che spinse i californiani a votare per lei. Per pochi voti, ma ce la fece. Senza quel sostegno, forse la sua carriera politica sarebbe finita sul nascere e oggi parleremmo di altro. Due anni dopo sarebbe stata lei a fare un discorso alla convention in North Caroline per appoggiare la candidatura di Obama per il secondo mandato, nella sfida contro il Repubblicano Mitt Romney.
Adesso i due torneranno a incrociarsi a Chicago in quello che non sarà l'ultimo atto della campagna. L'ex presidente, una volta siglato ufficialmente il suo sostegno, farà campagna per lei e l'accompagnerà nelle prossime settimane, come fece con Biden nel 2020. Corsi e ricorsi storici dei democratici che da oltre quindici anni ruotano attorno a questi tre personaggi, Obama, Biden e Harris, legati a doppio filo, alcuni molto amici, altri non più così tanto. Ma che nonostante le incomprensioni, sono schierati tutti dalla stessa parte e in nome di un unico obiettivo: fermare il ritorno di Trump alla Casa Bianca.