AGI - Nel 2023 gli operatori umanitari hanno pagato il tributo più alto di sempre, con un bilancio di 280 morti, la maggior parte dei quali erano civili. Il dato viene diffuso in vista della Giornata mondiale degli aiuti umanitari, che ricorrerà il 19 agosto. In una dichiarazione ai leader mondiali, l'organizzazione World Vision chiede la fine dell'impunità per gli attacchi contro la categoria e maggiore protezione per gli operatori, che vengono sempre più spesso uccisi e feriti e a cui viene impedito di assistere le popolazioni coinvolte nei conflitti.
L'organizzazione avverte, inoltre, che quest'anno il numero di vittime sarà peggiore per l'alto numero di scenari di guerra e di crisi aperti. Uno di questi è il Sudan, dove l'improvvisa escalation del conflitto nell'aprile 2023 ha portato alla sospensione delle operazioni in gran parte del Paese africano.
Il lavoro è ripreso, ma il personale sta lavorando in aree di conflitto attivo. Minacce quotidiane alla propria incolumità per chi lavora in Ucraina, dove il personale deve affrontare la minaccia di attacchi con razzi e missili; ricevendo avvisi tramite app e messaggi di testo, costretti a trovare rifugio in bunker, anche più volte al giorno.
Ad Haiti, nel marzo 2024, l'aumento delle violenze delle bande ha costretto all'ibernazione il personale nella capitale Port-au-Prince, all'evacuazione di parte del personale e all'interruzione della consegna degli aiuti in seguito alla presa del porto. Anche le operazioni in Burkina Faso, Niger, Mali, Nepal, Timor Est, Repubblica Democratica del Congo e Siria sono state temporaneamente sospese negli ultimi 12 mesi a causa dell'insicurezza, ha ancora riferito World Vision.