AGI - Il braccio armato di Hamas ha annunciato che un ostaggio è stato ucciso da una delle sue guardie per "vendicarsi" della morte dei suoi figli in un attacco, mentre l'esercito israeliano ha affermato di averne recuperato il corpo a novembre nella Striscia di Gaza. Si trattava di Ofir Tzarfati, ha fatto sapere sua madre, la signora Richelle, quando Hamas ha pubblicato una fotografia dell'ostaggio.
In un video trasmesso dal Forum delle famiglie degli ostaggi, un'associazione israeliana che rappresenta i parenti tenuti prigionieri a Gaza, la delegazione israeliana, attualmente a Doha per negoziare la restituzione degli ostaggi, è stata invitata a "fare tutto il possibile per avere successo e tornare a casa con un accordo".
Abu Obeida, portavoce delle brigate Ezzedine al-Qassam, ha dichiarato in un comunicato che il braccio armato di Hamas ha condotto "un'indagine" per determinare le ragioni della morte dell'ostaggio. Questa la ricostruzione dei fatti: "E' stato stabilito che il soldato di leva assegnato alla guardia del prigioniero nemico ucciso ha agito per vendetta, contrariamente alle istruzioni, dopo aver appreso della morte dei suoi figli in un massacro nemico".
La foto pubblicata era di "un ostaggio ucciso il cui corpo è stato trovato durante un'operazione congiunta" tra l'esercito israeliano e le forze di sicurezza a novembre, ha spiegato l'esercito israeliano all'AFP. "Negli ultimi giorni, l'organizzazione terroristica Hamas ha trasmesso messaggi manipolatori sugli ostaggi come parte della sua guerra psicologica, cercando di seminare paura e terrore tra la popolazione", ha aggiunto il portavoce dell'esercito, il contrammiraglio Daniel Hagari durante un briefing con la stampa.
Delle 251 persone prese in ostaggio nell'attacco di Hamas del 7 ottobre, 111 sono ancora detenute a Gaza, 39 delle quali sono state dichiarate morte dall'esercito israeliano. Il braccio armato del movimento islamista ha annunciato lunedì l'apertura di una "indagine" dopo che i suoi combattenti hanno "ucciso un ostaggio" e "ferito due ostaggi donne" in "due incidenti separati" nella Striscia di Gaza.
Questi eventi "non rappresentano la nostra etica e gli insegnamenti della nostra religione nel trattamento dei prigionieri e rafforzeremo le istruzioni", ha dichiarato Abu Obeida, ribadendo di ritenere "il nemico pienamente responsabile per tutte le sofferenze e i pericoli a cui sono esposti i suoi prigionieri".
Intanto, lo stesso Hagari ha detto che dal 7 ottobre scorso l'esercito israeliano ha "eliminato più di 17.000 terroristi. Le nostre forze continuano a combattere a Gaza". Impossibile verificare se cifra sia giusta anche perchè Hamas si rifiuta di comunicare le sue perdite. Il Ministero della Sanità del governo di Hamas stima 40.005 morti dall'inizio della guerra, senza fornire dettagli sul numero di civili e combattenti uccisi.
Invece, secondo l'agenzia di stampa AFP, dieci mesi di scontri tra Hezbollah e le forze israeliane hanno causato la morte di comandanti di alto rango e circa 400 combattenti del gruppo sostenuto dall'Iran. Da ottobre, hanno perso la vita più militanti di Hezbollah della guerra con Israele nell'estate del 2006. Sempre secondo AFP, gli scontri hanno causato la morte di circa 570 persone in Libano, la maggior parte delle quali combattenti di Hezbollah, ma anche decine di membri di gruppi armati alleati, tra cui Hamas, con almeno 118 civili tra le vittime.