L'appello di Emergency: "Non abbandoniamo gli afghani"
L'appello di Emergency: "Non abbandoniamo gli afghani"

L'appello di Emergency: "Non abbandoniamo gli afghani"

Una donna e il suo neonato in un ospedale di Emergency in Afghanistan
Carlotta Marrucci - Una donna e il suo neonato in un ospedale di Emergency in Afghanistan
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Personale di Emergency in Afghanistan e un paziente
Laura Salvinelli - Personale di Emergency in Afghanistan e un paziente
L'appello di Emergency: "Non abbandoniamo gli afghani"
Stefanie Glinski

La popolazione è afflitta dall’insicurezza alimentare, causata dalla crisi economica e dagli effetti del cambiamento climatico come siccità, tempeste di grandine, alluvioni e terremoti sempre più frequenti che distruggono i raccolti di chi (la maggioranza) vive di agricoltura. Le fasce più vulnerabili restano donne e bambini. “Le persone non hanno soldi per pagarsi il cibo, spesso il loro unico pasto completo è in ospedale quando vengono ricoverati – spiega Keren Picucci, ginecologa del Centro di maternità di EMERGENCY ad Anabah –. Le mamme sono spesso malnutrite, come possono sfamare i loro bambini? Le persone viaggiano fino a 4 ore per essere visitate da noi; le donne vengono a partorire da zone remote. Come Najila, 26 anni, che vive in un villaggio fuori Kabul, ha dato alla luce quattro gemelli nel nostro Centro in Panshir. Se non fosse venuta da noi, avrebbe dovuto partorire in casa, ci ha raccontato, con molti rischi per lei e i bambini.
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