AGI - Riprendono a Doha i negoziati per cercare di fermare la guerra nella striscia di Gaza. L'obiettivo è arrivare a una tregua, evitare la rappresaglia iraniana e consentire il passaggio di aiuti alla popolazione. I negoziati ricominciano dopo che i mediatori di Qatar, Egitto e Stati Uniti hanno definito la giornata di ieri "costruttiva". E riprendono dopo le condanne espresse anche dagli Usa contro il sanguinoso attacco da parte dei coloni in Cisgiordania che ha provocato un morto e un ferito grave. Attacco che ha suscitato sdegno da parte della Casa Bianca e anche dai leader israeliani. L'episodio è avvenuto nel villaggio di Jit. A perdere la vita è stato un palestinese di 23 anni. Gli Usa hanno definito l'accaduto come una "violenza inaccettabile" e il presidente Isaac Herzog è arrivato al punto di denunciare un pogrom".
Questa volta l'aria che si respira a Doha è quella di un cauto ottimismo, se è vero che il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman, ha informato il ministro degli Esteri iraniano ad interim, Ali Bagheri, dei progressi dei negoziati, visti come una delle ultime speranze di evitare un'espansione della guerra in Medio Oriente. Ai colloqui si è arrivati perchè la scorsa settimana il Qatar, gli Stati Uniti e l'Egitto hanno invitato Israele e Hamas a riprendere i negoziati, a Doha o al Cairo, chiedendo loro di raggiungere un accordo il prima possibile. Tutti d'accordo sul fatto che sia l'ultima chance per scongiurare il rischio di una più ampia guerra regionale
I Paesi mediatori sostengono che un accordo quadro "è sul tavolo" e mancano solo i "dettagli della sua attuazione". Bisogna vedere, però, se si riuscirà ad arrivare a un compromesso che convinca fortemente le parti in causa: Israele e Hamas si accusano a vicenda di aver modificato i termini fondamentali dell'intesa, annunciata a fine maggio dal presidente americano Joe Biden: prevedeva un accordo graduale che partiva con una tregua temporanea, per arrivare in tre fase al rilascio degli ostaggi israeliani, alla liberazione dei detenuti palestinesi e al ritiro dell'Idf.
Ai negoziati stanno prendendo parte anche il capo della Cia, William Burns, il numero uno dell'intelligence egiziana Abbas Kamel e il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani. L'auspicio di tutti è che un cessate il fuoco non solo ponga fine al bagno di sangue a Gaza, ma venga ritenuto dall'Iran e da Hezbollah un prezzo sufficiente per rinunciare ai piani di attacco contro Israele. Il Medio Oriente è in allerta per una potenziale escalation regionale da quando il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e uno dei comandanti militari di Hezbollah, Fuad Shukr, sono stati assassinati a Teheran e Beirut, in raid attribuiti a Israele e per cui la Repubblica islamica e il suo alleato Hezbollah hanno minacciato vendetta.
Usa, parti cerchino compromesso; Iran ancora una minaccia
Israele e Hamas devono cercare un compromesso per arrivare a un accordo sul cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Lo ha detto il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby, intervistato dalla Cnn. Kirby ha invitato tutte le parti a partecipare ai colloqui e ha aggiunto che nei prossimi giorni sono ancora possibili progressi.
Hamas non è presente ai colloqui a Doha ma i mediatori hanno pianificato di consultarsi con il team negoziale di Hamas nella capitale del Qatar dopo l'incontro. Kirby ha anche detto che le informazioni in possesso degli Usa mostrano che l'Iran non ha abbandonato la sua minaccia di attaccare Israele, anche potenzialmente tramite proxy. Gli Stati Uniti stanno osservando attentamente la situazione e sono preparati, anche se "si spera che non si arrivi a questo", ha aggiunto.
Lo stesso Kirby ha aggiunto che le discussioni in corso a Doha costituiscono un "avvio promettente". "Oggi ci concentriamo sui dettagli dell'implementazione. Non prevediamo di uscire da oggi con un accordo, prevediamo che i colloqui continuino anche domani", ha precisato. "Avremo altro da dire nel corso della giornata. "Non stiamo avendo un dibattito sulla struttura dell'accordo. Siamo a un punto in cui è generalmente accettato. Le lacune sono nell'esecuzione dell'accordo, nei singoli movimenti muscolari che accompagnano la messa in atto dell'accordo", ha aggiunto Kirby.
Londra, negoziati Doha cruciali per la stabilità mondiale
I colloqui ripresi in Qatar in vista di una tregua tra Israele e Hamas a Gaza sono "fondamentali per la stabilità globale". Lo ha detto il capo della diplomazia britannica David Lammy. "Siamo in un momento cruciale per la stabilità globale. Le prossime ore e i prossimi giorni potrebbero definire il futuro del Medio Oriente", ha affermato in una nota. "Un cessate il fuoco non solo proteggerebbe i civili a Gaza, ma aprirebbe anche la strada a una più ampia riduzione della tensione e porterebbe la tanto necessaria stabilita' in Medio Oriente", ha continuato David Lammy.
Hamas, cessate il fuoco deve comportare il ritiro di Israele
Il gruppo islamista palestinese Hamas ha dichiarato che qualsiasi accordo per il cessate il fuoco a Gaza deve prevedere il ritiro totale delle forze israeliane dal territorio in difficoltà. "Qualsiasi accordo deve raggiungere un cessate il fuoco completo, un ritiro totale (di Israele) da Gaza (e) il ritorno degli sfollati", afferma il funzionario di Hamas Hossam Badran in una dichiarazione dopo che i colloqui di tregua sono ripresi a Doha oggi.
Il Qatar informa l'Iran sui progressi dei negoziati
Secondo un comunicato del ministero degli Esteri, il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman, ha avuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri iraniano ad interim, Ali Bagheri, con il quale ha discusso "delle tensioni in Medio Oriente e dei progressi negli sforzi di mediazione congiunta per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza". Nel colloquio con Bagheri, il Qatar ha sottolineato "la necessità di mantenere la calma e ridurre le tensioni nella regione".
Come si ricorderà l'Iran e i suoi alleati in diversi Paesi del Medio Oriente, in particolare il gruppo sciita libanese Hezbollah e gli Houthi dello Yemen, hanno giurato di attaccare Israele per vendicare il recente assassinio del comandante supremo di Hezbollah, Fuad Shukr, ucciso il 31 luglio in un bombardamento israeliano a sud di Beirut, e dell'ex leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ucciso lo stesso giorno in un attentato a Teheran, che le autorità iraniane attribuiscono a Israele.
Di fronte alle minacce dell'Iran e dei suoi alleati, la comunità internazionale sta cercando di evitare un'escalation regionale spingendo per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. I colloqui continueranno domani, ed Egitto e Qatar stanno mantenendo i canali di comunicazione con Hamas e tenendo consultazioni con il gruppo, senza fornire ulteriori dettagli.