AGI - Israele si aspetta un attacco su vasta scala di Iran e Hezbollah prima del vertice di giovedì prossimo chiesto da Stati Uniti, Egitto e Qatar per arrivare a un cessate il fuoco a Gaza. Secondo Haaretz, le autorità di sicurezza sono in stato di massima allerta per un possibile attacco da parte dell'Iran o di Hezbollah, poiché in Israele si stima che, nonostante gli sforzi americani per un vertice volto a proseguire i negoziati per un accordo giovedì, la risposta di Teheran potrebbe arrivare prima.
L'apparato di sicurezza ritiene che l'Iran e Hezbollah non vogliano una guerra più ampia nella regione, e Israele ha affermato che non tollererà danni ai civili, ma all'interno dell'apparato sono in corso molti dibattiti sui diversi scenari e sulle relative risposte, scrive ancora Haaretz. Secondo il portavoce dell'IDF Daniel Hagari, non ci sono cambiamenti nelle linee guida dell'Home Front Command e "le forze dell'esercito sono distribuite e preparate, se dovesse sorgere la necessità di cambiare le linee guida, le aggiorneremo".
La notizia viene confermata da una indiscrezione pubblicata da un reporter di Axios, secondo cui durante un colloquio telefonico tra il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant e il segretario alla Difesa statunitense, lo stesso Gallant ha fatto sapere al suo omologo Usa che i preparativi militari dell'Iran suggeriscono che Teheran si sta preparando per un attacco su larga scala contro Israele. Austin, annuncia il Pentagono, ha ordinato lo spiegamento di un sottomarino lanciamissili in Medio Oriente, nel contesto delle crescenti tensioni nella regione e ha anche ordinato al gruppo d'attacco della portaerei Abraham Lincoln di accelerare il suo spiegamento nella regione.
Nella notte circa 30 razzi sono stati lanciati da Hezbollah dal sud del Libano sul territorio israeliano, cadendo in aree aperte, riferisce l'IDF, secondo cui non si registrano danni o feriti. L'attacco è stato rivendicato dalla stessa Hezbollah: "abbiamo bombardato il quartier generale della Brigata 146 a Gatton con razzi e Katyusha. Il bombardamento è stato una risposta agli attacchi ai villaggi del sud", ha fatto sapere l'organizzazione filo-iraniana.
Sul fronte dei negoziati, il nuovo capo di Hamas, Yahia Sinwar, sarebbe pronto a un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi sulla base del piano presentato da Joe Biden, riferiscono diversi media. Tuttavia Hamas ha chiarito che non manderà mediatori diretti perché considera che la bozza da cui partire per un accordo sia quella proposta dal presidente Usa, Joe Biden approvata dall'Onu e che non ci sia bisogno di nuovi negoziati.
L'appello di Regno Unito, Francia e Germania all'Iran
Regno Unito, Francia e Germania avvertono l'Iran che se attaccherà Israele "si assumerà la responsabilità" dell'escalation nella regione. In una dichiarazione congiunta citata dal Times of Israel, i tre Paesi fanno appello a Teheran invitando la Repubblica islamica a evitare di contribuire alla spirale verso la guerra totale.
"Siamo profondamente preoccupati per l'acuirsi delle tensioni nella regione e siamo uniti nel nostro impegno per la riduzione della tensione e la stabilità regionale - scrivono i tre Paesi - In questo contesto, chiediamo all'Iran e ai suoi alleati di astenersi da attacchi che potrebbero ulteriormente intensificare le tensioni regionali e mettere a repentaglio la possibilità di concordare un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi", continua la dichiarazione, riferendosi ai negoziati per un accordo tra Israele e Hamas, che dovrebbero riprendere nei prossimi giorni.
Se l'Iran attaccherà, "si assumerà la responsabilità di azioni che mettono a repentaglio questa opportunità di pace e stabilità. Nessun Paese trarrà vantaggio da un'ulteriore escalation in Medio Oriente", conclude la dichiarazione.
Tajani, immediato cessate il fuoco per de-escalation
Il cessate il fuoco immediato a Gaza sarebbe "chiave per la de-escalation in tutta l'area". Lo ha sottolineato in un'intervista al TG2 da Locarno, dove partecipa alla Giornata della diplomazia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
"Il piano statunitense", ha aggiunto riferendosi alla proposta in tre fasi presentata il 31 maggio scorso dal presidente Joe Biden, deve essere accolto "non solo da Israele ma anche da Hamas, che deve liberare tutti gli ostaggi".
Iran a Cina, diritto a una "risposta adeguata e deterrente"
In una conversazione telefonica fra i ministri degli Esteri di Iran e Cina, il capo ad interim della diplomazia della Repubblica islamica Ali Bagheri Kani ha rivendicato per il suo Paese il diritto a una "risposta adeguata e deterrente" contro lo Stato ebraico che ha ucciso a Teheran il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh lo scorso 31 luglio.
In un post su X, Bagheri ha detto che con il collega cinese Wang Yi ha discusso degli ultimi sviluppi nella regione e in particolare "le azioni del regime sionista che uccide i bambini per espandere la portata della tensione oltre Gaza attraverso i recenti movimenti pericolosi in Libano, Yemen e l'assassinio del Martire Haniyeh a Teheran".
Secondo il ministro iraniano, "il ministro degli Esteri cinese ha sostenuto gli sforzi legali dell'Iran per difendere la sua sovranità, sicurezza e onore nazionale e ha espresso il desiderio di strette relazioni con l'Iran per mantenere la pace e la stabilità nella regione".
Al jazeera, Hamas chiede che si torni al piano di pace di Biden
Non è vero che Hamas abbia chiuso alla ripresa di un negoziato per la tregua a Gaza: secondo Al Jazeera, in realtà, la richiesta del movimento armato che governa la Striscia è di tornare alla proposta in tre fasi presentata a fine maggio dal presidente americano Joe Biden. La testata con sede nel Qatar e bandita da Israele ricorda che su quel piano, che puntava alla fine della guerra dopo i tre passaggi intermedi, inizialmente era d'accordo anche Israele ma poi i negoziati non sono andati avanti a causa dei "continui bombardamenti israeliani a Gaza".
All'epoca, ricorda Al Jazeera, Hamas aveva rilasciato diverse dichiarazioni sulla necessità di una tregua per interrompere l'aggressione israeliana; secondo la testata araba in lingua inglese, l'interpretazione del comunicato di Hamas data dalla stampa israeliana secondo cui "rifiuta completamente" il negoziato è sbagliata: il movimento sarebbe al contrario disposto a discutere della proposta iniziale che era sul tavolo.
Parolin telefona a Pezeshkian, non si allarghi conflitto
Il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, ha avuto una conversazione telefonica con Masoud Pezeshkian, presidente della Repubblica Islamica dell'Iran. Lo comunica il direttore della sala stampa della Santa Sede Matteo Bruni. "Il cardinale, oltre a congratularsi con il presidente per l'inizio del suo mandato e a trattare temi di comune interesse, ha espresso la seria preoccupazione della Santa Sede per quanto sta accadendo in Medio Oriente, ribadendo la necessità di evitare in ogni modo che si allarghi il gravissimo conflitto in corso e preferendo invece il dialogo, il negoziato e la pace".
Borrell, sanzioni Israele all'ordine del giorno dell'agenda Ue
"Le sanzioni devono essere all'ordine del giorno della nostra agenda UE". Lo dice il capo della diplomazia europea, Josep Borrell. Il ministro della sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir, "mentre il mondo spinge per un cessate il fuoco a Gaza, chiede di tagliare il carburante e gli aiuti ai civili. Come le sinistre dichiarazioni del ministro Smotrich, questo è un incitamento ai crimini di guerra. Le sanzioni devono essere nella nostra agenda UE".
"Esorto il governo israeliano a prendere inequivocabilmente le distanze da questi incitamenti a commettere crimini di guerra e lo invito a impegnarsi in buona fede nei negoziati facilitati da Stati Uniti, Qatar ed Egitto per un cessate il fuoco immediato", ha aggiunto.