AGI - Sarà graziato se lascia il potere. Sarebbe questa la proposta avanzata dagli Stati Uniti al presidente venezuelano Nicolas Maduro. Lo sostiene il Wall Street Journal, citando fonti informate. Gli Usa, infatti, starebbero tenendo una serie di colloqui segreti per convincere il leader del Venezuela a fare un passo indietro. Secondo il giornale, gli Stati Uniti hanno discusso la grazia per Maduro e i suoi luogotenenti di alto rango che affrontano incriminazioni del Dipartimento di Giustizia. L'amministrazione Biden - hanno spiegato fonti a conoscenza della circostanza - ha messo "tutto sul tavolo" per convincere Maduro ad andarsene prima della fine del suo mandato alla Casa Bianca a gennaio.
Gli Stati Uniti avrebbero fatto un'offerta di amnistia a Maduro durante i colloqui segreti a Doha, in Qatar, lo scorso anno, ma lui ha rifiutato di discutere accordi in base ai quali avrebbe dovuto lasciare l'incarico. Una persona vicina al regime ha detto che la posizione di Maduro non è cambiata, per ora. Il leader venezuelano ha detto di essere aperto ai colloqui, a patto che Washington gli mostri rispetto. Altre volte avrebbe invitato gli Usa a farsi gli affari propri. "Non intromettetevi negli affari interni del Venezuela, è tutto ciò che vi chiedo", ha detto Maduro in una conferenza stampa venerdì.
Timori per due oppositori italiani
"Mio padre Amerigo De Grazia è stato prelevato in strada e portato nell'Elicoide, il più grande centro di torture del Venezuela. Non è stato un arresto, è stato sequestrato": lo ha denunciato la figlia dell'oppositore del regime venezuelano di origine italiana, Maria Andreina De Grazia, intervistata dal Tg1. Le retate di oppositori dopo la contestata vittoria di Nicolas Maduro alle presidenziali del 28 luglio hanno preso di mira anche molti venezuelani con radici italiana, oriundi o con doppio passaporto.
"Ho tanta paura per la mia vita", ha aggiunto la giovane, "nessuno può considerarsi al sicuro fino a quando Maduro sarà presidente". Da venerdì non si hanno più notizie di Antonio Calvino, oppositore del regime di origini siracusane che era già stato arrestato tre anni fa durante il Covid davanti al consolato italiano a Caracas per "incitamento all'odio" e poi liberato su pressione del governo italiano. A denunciarne la scomparsa al consolato italiano è stato Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d'Italia eletto all'estero.