AGI - Un romanzo a quattro mani scritto da un leader politico di un partito filo curdo e uno scrittore turco che ha conosciuto la fuga all'estero e l'esilio. Questa la ricetta che ha portato alla scrittura di "Duetto in purgatorio", la storia di un avvocato e attivista di sinistra in pensione e un anziano generale con un passato tormentato dalla violenza del conflitto con i curdi e da colpi di Stato. Le storie di due uomini che hanno trascorso gli anni della giovinezza combattendo su due fronti opposti di un Paese da sempre polarizzato. Un modo per ripercorrere i contrasti della politica, le esplosioni di violenza e la difficoltà di parlarsi tra due generazioni che, per diverse vicende, sono uscite entrambe sconfitte, pur avendo combattuto l'una contro l'altra. Una antitesi di cui i due uomini cercano una sintesi, un dialogo che servirebbe anche alla Turchia di oggi. Le quattro mani sono quelle di Selattin Demirtas, ex leader e segretario del partito filo curdo Hdp, in prigione dal 2016 con accuse di terrorismo che gli sono costate una condanna a 42 anni e Yigit Bener, scrittore e traduttore nato a Bruxelles, tornato in Turchia e poi costretto a fuggire dopo il golpe del 1980 in Europa, dove rimarrà per 10 anni prima di poter tornare nella terra che ha sempre considerato casa.
Un libro che attraversa gli ultimi 40 dei 100 anni della storia della Turchia, un punto di riferimento per gli oppositori dei regimi militari che hanno regolarmente sconvolto la vita della gente, per chi chiede la fine della 'questione curda' e anche per chi si oppone al presidente Recep Tayyip Erdogan, figura da 20 anni al centro del panorama politico. Una storia che si snoda lungo un percorso storico in evoluzione, in un Paese da sempre sul limite della deriva autoritaria, un limite che, il romanzo mette a nudo, è stato passato diverse volte. Una trama sul cui sviluppo i due autori si sono intesi a distanza, senza mai 'sedersi a tavolino' e discutere stile, personaggi, storia e forma. "È stato come giocare a scacchi, si rischia sempre che una mossa possa possa essere sbagliata, rappresentare un passo falso, eppure ci siamo intesi senza mai vederci", ha detto Demirtas dal carcere dove è rinchiuso da quasi ormai 8 anni.
Un'intesa sbocciata quando Bener, nato a Bruxelles in una famiglia di intellettuali, dopo aver letto "Alba", che il leader curdo aveva scritto in carcere, ha inviato a Demirtas una copia di "Viaggio al termine della notte", il capolavoro di Louis Ferdinand Celine che lo stesso Bener aveva tradotto in turco. Un libro accompagnato da una nota: "A testimonianza della mia solidarietà, una dedica che hanno fatto scattare una corrispondenza tra i due, uno scambio di messaggi. Una solidarietà motivata dal destino di Demirtas, l'uomo che era riuscito a portare il partito filo curdo Hdp oltre la soglia del 10%, rendendolo il terzo partito del Paese, per poi essere condannato in un processo dalla forte connotazione politica, che ha suscitato dubbi e condanne anche da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
"Ritengo inaccettabile che un uomo votato da sei milioni di persone, per cui anche io ho votato, si trovi dietro le sbarre. Condividiamo le stesse idee, eppure lui è in carcere e io no", ha detto Bener. Le elezioni del 2023 avevano acceso la speranza che Demirtas fosse rilasciato. Una speranza su cui si è abbattuta la scure della rielezione di Erdogan, confermato per una manciata di voti alla guida del Paese. La fine delle speranze di rilascio ha prolungato la corrispondenza tra i due, portando alla nascita prima dell'idea e poi dello stesso romanzo. "Scriviamo un libro insieme", la proposta di Bener, un espediente per rendere la difficile detenzione più sopportabile, che pero' in men che non si dica ha generato 13 capitoli.
"Le nostre vicende personali, le traiettorie delle nostre vite, sono state la fonte che dato forma al libro. Ricevere le lettere, imparare dalla storia di Yigit, mi ha motivato" (Demirtas)
Non si sa chi abbia iniziato, fatto sta che la corrispondenza tra i due è diventata un botta e risposta di capitoli, uno sviluppo narrativo che, pezzo per pezzo, ha portato alla stesura del romanzo. "È stato bello e anche divertente - ha detto Bener. Il risultato per due mesi lo abbiamo custodito tra noi, poi e' nata l'idea della pubblicazione, dopo che il testo e' stato letto da alcuni amici". Con il via libera alla stampa Bener è riuscito anche a incontrare personalmente Demirtas nel carcere di Edirne, dove si trova in isolamento e riceve una sola visita alla settimana. "È stato a dir poco emozionante", ha detto Bener. Ora, dopo le prime 55 mila copie una prima ristampa è stata annunciata per il prossimo settembre. Il libro ha anche ricevuto critiche positive, ma forse l'aspetto più importante è che sia andato in stampa e possa essere letto. Un modo per fare i conti con il passato recente della Turchia, dove la cronica polarizzazione pone da sempre sfide e ostacoli al dialogo tra chi rimane trincerato sui lati opposti della politica e della storia.