AGI - I ristoranti russi, costretti all'autarchia da anni di embargo sulle materie prime di qualità straniere, non hanno ancora trovato un sostituto nazionale per il parmigiano italiano e continuano a importarlo da Paesi amici, sfruttando la leva delle importazioni parallele.
"Siamo stati costretti a sostituire il parmigiano con formaggi del Sud America. I produttori russi non hanno ancora imparato come produrre un parmigiano che soddisfi tutti gli standard di qualita' chuiesti dai ristoranti", afferma un portavoce della catena russa di cibo a domicilio Tanuki. "All'inizio c'era una carenza di formaggi originali di alta qualità, ad esempio il parmigiano e il taleggio, ma molto rapidamente gli stessi prodotti originali sono tornati sul mercato, introdotti aggirando le sanzioni", ha aggiunto lo chef dell'Ambra, Andrey Kashirin.
Lunghi anni di embargo alimentare hanno spinto i ristoratori russi a cercare, ad esempio, alternative al salmone norvegese e le hanno trovate a Murmansk, così come l'agnello neozelandese è stato sostituito con prodotti degli allevatori del Daghestan e ostriche e spezie hanno cominciato a essere importate da Paesi amici. Anche se il parmigiano e alcune attrezzature da cucina come macchine per il caffè e forni a convezione arrivano attraverso le importazioni parallele, riporta RIA Novosti, frigoriferi, fornelli e attrezzature da cucina in acciaio inossidabile sono ora forniti da produttori nazionali.
"Possiamo dire che, grazie alle sanzioni, il nostro mercato interno ha iniziato a svilupparsi attivamente, sono apparse un gran numero di aziende agricole", ha aggiunto chef Kashirin.
Nell'agosto 2014, la Russia ha vietato l'importazione di alcuni tipi di prodotti agricoli, materie prime e alimenti da Paesi che hanno imposto sanzioni anti-russe, tra cui Stati Uniti, paesi dell'Ue, Canada, Australia e Norvegia.
Il divieto comprende carne, salsicce, pesce e frutti di mare, verdure, frutta e latticini. Lo scorso ottobre l'embargo è stato esteso fino al 2024. Così dopo la sospensione dell'importazione di ostriche dalla Francia, si è passati a un prodotto simile dal Marocco. Molti continuano a importare spezie, salse e condimenti per insalata dal Medio Oriente perché "purtroppo non crescono nel nostro clima", spiega uno chef. Parlando di alternative alla carne australiana e americana, molti ristoranti sono passati ai prodotti russi. Tuttavia, gli esperti notano che la carne domestica è ancora inferiore a quella straniera.
"La nostra carne ha bisogno di tempo per raggiungere lo stesso livello, ma vediamo dei progressi: la sua qualità è già superiore a quella argentina e uruguaiana", ha osservato il proprietario dei ristoranti Meat and Fish.
Gli chef russi hanno scoperto l'agnello del Daghestan, diventato un'alternativa a quello neozelandese e uruguayano. "Ora non abbiamo più bisogno di importare il carré di agnello. Le nostre fattorie hanno completamente sostituito questo prodotto e la sua qualità ci sorprende piacevolmente", ha sottolineato lo chef Valisher Musaev.
È stato trovato persino un sostituto domestico agli asparagi un tempo importati dalla Thailandia: "Ora li acquistiamo principalmente dalle nostre aziende agricole e non solo il prezzo è più favorevole, ma anche la qualità e la freschezza vengono preservate durante il trasporto", aggiunge Musaev.
"Il mercato alimentare globale è molto instabile e le sanzioni hanno un ulteriore impatto negativo" conclude Stanislav Bakharovsky, chef del marchio Yakitoria, "ma quando si chiude una porta, necessariamente da qualche altra parte si aprirà un portone".