AGI - Continua a montare in Iran la rabbia nei confronti dei pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione, colpevoli di non aver garantito la sicurezza di Ismail Haniyeh, il leader di Hamas ucciso in un raid israeliano ieri notte nella capitale Teheran. Rabbia e frustrazione esternate durante la cerimonia funebre che ha avuto luogo a Teheran e si traducono in pressione per il neo eletto presidente Masoud Pezeskian, primo riformista al governo in Iran negli ultimi 20 anni. L'opinione pubblica iraniana ha messo nel mirino di critiche feroci i pasdaran, che avevano la responsabilità di garantire la sicurezza di Haniyeh e mantenere segreto il luogo dove alloggiava il leader di Hamas. Al contrario, Israele ha colpito nonostante Haniyeh fosse alloggiato in una residenza per veterani e ufficiali vicino gli uffici presidenziali di palazzo Saadabad, una delle aree più sorvegliate e considerate una roccaforte dell'estabilishment iraniano. La gente continua a perdere la fiducia verso un'istituzione che negli anni si e' occupata sempre più di politica e affari, perdendo di vista la propria ragion d'essere, ha attuato una severa repressione delle critiche interne, ma si e' dimostrata maldestra e incapace nel difendere il Paese. Dopo la morte del presidente Ebrahim Raisi a fine maggio, le polemiche per la scarsa sicurezza dell'elicottero su cui viaggiava al fianco del ministro degli Esteri e le inevitabili teorie cospirazioniste, ora l'assassinio di Haniyeh getta nuove ombre sulla sicurezza del Paese e sulla reale fedeltà dei pasdaran.
In Iran sempre più persone sono convinte che Israele abbia talpe e infiltrati fin nel cuore della Repubblica Islamica. Un fonte che da ieri è cresciuto e ha alzato la voce. L'assassinio di Haniyeh pesa come un macigno soprattutto sul governo Pezeshkian. L'elezione, a sorpresa, di un riformista che ha preso il posto dell'ultraconservatore Raisi, aveva acceso la speranza che l'Iran potesse cambiare direzione. Non solo la promessa di maggiore tolleranza, ma anche la prospettiva di riaprire un dialogo con l'occidente si scontrano ora con lo scenario apertosi dopo l'assassinio di ieri. La gente chiede una risposta nei confronti di Israele che la Guida Suprema ha già minacciato e promesso, la spinta dei conservatori è sempre più forte. La morte del numero due di Hezbollah, Fuad Shukr, lo scorso martedì, ha infuocato gli sciiti libanesi alleati di Teheran. Pezeshkian è obbligato a mettere da parte i propositi della campagna elettorale e accettare reazioni che mettono a rischio la stabilita' regionale e allontanano l'Iran dalla strada del dialogo.