AGI - Nessun spiraglio di ritorno alla normalità in Myanmar: la giunta militare ha prorogato di altri sei mesi lo stato di emergenza, facendo slittare le attese elezioni al 2025. Tutti i membri del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale, composto dalla giunta, "hanno deciso all’unanimità di estendere il periodo dello stato di emergenza per altri sei mesi", ha dichiarato il canale televisivo nazionale Mrtv.
Il capo della giunta Min Aung Hlaing aveva proposto la proroga "al fine di preparare schede elettorali valide e accurate" per le elezioni che la giunta ha promesso di tenere, possibilmente nel 2025. La proroga era necessaria anche per "effettuare il censimento della popolazione e per continuare l'implementazione del lavoro da svolgere", ha sottolineato la stessa fonte.
In realtà tale decisione è stata presa dai militari al potere "a causa degli atti terroristici" compiuti dai suoi oppositori. Da tempo l'esercito del Myanmar sta cercando di schiacciare la diffusa opposizione armata delle nuove "Forze di difesa del popolo" pro-democrazia.
Per giunta negli ultimi mesi ha subito una serie di sconfitte sul campo di battaglia contro un'alleanza di gruppi armati di minoranze etniche nel nord e nell'ovest del Paese. La scorsa settimana l'Esercito dell'Alleanza Nazionale Democratica del Myanmar (Mndaa) ha affermato di aver conquistato la città settentrionale di Lashio, situata su un'autostrada commerciale vitale per la Cina e sede del comando nord-orientale dell'esercito. La perdita di Lashio e del comando militare regionale sarebbe un duro colpo per la giunta, che nelle ultime settimane ha perso territorio a favore dell'Mndaa e di altri gruppi armati.
I militari hanno preso il potere dopo aver lanciato accuse infondate di brogli nelle elezioni del 2020, vinte dalla Lega Nazionale per la Democrazia (Nld) di Aung San Suu Kyi con una vittoria schiacciante. La nazione del sud-est asiatico è in subbuglio dal colpo di Stato del febbraio 2021, che ha posto fine a un esperimento decennale di democrazia, scatenando proteste di massa e una repressione del dissenso.
Da allora ha esteso lo stato di emergenza più volte. Secondo la costituzione militare del 2008, che la giunta ha dichiarato essere ancora in vigore, le autorità devono indire nuove elezioni entro sei mesi dalla revoca dello stato di emergenza. Per i detrattori della giunta e le voci di dissenso, le elezioni in agenda non saranno comunque ne' libere ne' corrette. L'anno scorso, la commissione elettorale, composta dalla giunta, ha annunciato che la Ndl di Suu Kyi sarebbe stata sciolta per non essersi registrata nuovamente in base a una nuova e severa legge elettorale elaborata dai militari.
Secondo le Nazioni Unite, dal giorno del colpo di Stato i combattimenti tra l'esercito e i suoi oppositori hanno costretto 2,7 milioni di persone a fuggire dalle proprie case. Per un gruppo di monitoraggio locale, più di 5.400 persone sono state uccise e 27 mila arrestate durante la repressione del dissenso da parte della giunta dopo il colpo di stato.