AGI - Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha vinto la rielezione per un terzo mandato di sei anni con il 51,2% dei voti espressi domenica. Lo ha annunciato il consiglio elettorale, dopo una campagna macchiata da accuse di intimidazione da parte dell'opposizione e timori di frode. Elvis Amoroso, presidente dell'organismo elettorale Cne, fedele al governo, ha detto ai giornalisti che il 44,2% dei voti è andato al candidato dell'opposizione, Edmundo Gonzalez Urrutia, che era in testa nei sondaggi. "I venezuelani hanno espresso la loro volontà assoluta eleggendo Maduro per il mandato 2025-2031", ha aggiunto.
In alcune zone di Caracas sono scoppiate le proteste contro la rielezione rivendicata da Maduro, contestata dall'opposizione e messa in discussione a livello internazionale. Come riferiscono giornalisti sul posto, decine di manifestanti hanno iniziato a radunarsi nelle strade di diversi quartieri, nonostante la pioggia e la polizia schierata in gran numero. Le forze di sicurezza venezuelane hanno sparato lacrimogeni nel quartiere di Chacao, nella zona centro-orientale della capitale, per disperdere i manifestanti che hanno lanciato pietre.
Al potere dal 2013, lo stesso vincitore ha chiesto il "rispetto della volontà popolare" dopo l'annuncio della sua rielezione. Alla competizione hanno partecipato nove candidati, tra cui il portabandiera dell'opposizione, Edmundo Gonzàlez Urrutia.
L'opposizione denuncia brogli
Maria Corina Machado, leader dell'opposizione venezuelana, non riconosce l'esito ufficiale del voto che conferma il bolivariano chavista Nicolas Maduro per un nuovo mandato e afferma che il "nuovo presidente eletto" è Edmundo Gonzalez Urrutia. La coalizione di opposizione sostiene di aver ottenuto il 70% dei voti, non il 44% come riportato dalla commissione elettorale. "Vogliamo dire a tutto il Venezuela e al mondo che il Venezuela ha un nuovo presidente eletto ed è (il candidato) Edmundo Gonzalez Urrutia", ha detto ai giornalisti Machado aggiungendo: "Abbiamo vinto".
Machado, principale sostenitore dell'ex ambasciatore aspirante alla presidenza, ha assicurato di possedere più del 40% dei verbali trasmessi dal corpo elettorale, secondo cui Gonzalez Urrutia ha ottenuto il 70% dei voti, mentre Maduro il 30%. "Questa è la verità ed è, miei cari venezuelani, l'elezione presidenziale con il più ampio margine di vittoria della storia. Congratulazioni, Edmundo!" ha detto la leader anti-chavista, sostenendo che l'opposizione "ha sconfitto" il partito al potere "in tutto il Venezuela". Machado ha annunciato che nei prossimi giorni verranno annunciate "azioni in difesa della verità" e "rispetto della sovranità popolare", che domenica "ha espresso ed eletto" Gonzalez Urrutia, ha sottolineato.
Nove Paesi chiedono il rispetto del risultato del voto
I ministri degli Esteri di nove nazioni dell'America Latina hanno detto al Venezuela che è "indispensabile" che "abbia" garanzie che i risultati delle elezioni di questa domenica saranno rispettati. "Riteniamo essenziale avere garanzie che i risultati elettorali rispettino pienamente la volontà popolare espressa dal popolo venezuelano alle urne", si legge in una dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri di Argentina, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Panama, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana e Uruguay.
"Di fronte alle dichiarazioni di Nicolas Maduro sulla possibilità di un 'bagno di sangue' nel caso in cui il partito al governo perdesse le elezioni, ribadiamo il nostro appello alle autorità venezuelane affinché rispettino la Carta Democratica Interamericana", si legge in una nota dell'Alleanza a Development in Democracy (Add) che compongono i quattro paesi (Repubblica Dominicana, Panama, Costa Rica ed Ecuador).
I Paesi hanno, inoltre, chiesto che nelle elezioni "si rispetti la volontà del popolo venezuelano, fondamento della democrazia", oltre a garanzie che le elezioni sarebbero "libere, giuste e trasparenti", condannando le azioni del governo venezuelano che limitavano "l'accesso" agli osservatori internazionali, tra cui diversi ex presidenti dell'America Latina.
In risposta, il governo del Venezuela ha denunciato le "ingerenze contro il processo elettorale, il diritto alla libera autodeterminazione e alla sovranità della patria, da parte di un gruppo di governi e potenze straniere", si legge in una nota. Secondo l'amministrazione di Nicolas Maduro, "si intende distorcere ciò che è stato espresso" questa domenica "in pace e con spirito civico" nel paese caraibico, quando milioni di venezuelani sono andati a votare per uno dei dieci candidati alla presidenza, compreso l'attuale capo dello Stato, che cerca una seconda rielezione.
"Questa miserabile e disperata operazione è destinata a fallire, perché il Venezuela è un Paese libero e sovrano e non accetterà mai imposizioni o ricatti, tanto meno da parte di corpi stranieri privi di moralità e legalità per attentare ai nostri diritti e al nostro popolo", ha aggiunto Caracas.
E a scanso di equivoci, il Venezuela ha annunciato il ritiro del suo personale diplomatico da sette Paesi latinoamericani che hanno messo in dubbio la vittoria elettorale del presidente Nicolas Maduro. In una dichiarazione, il ministero degli Esteri ha affermato di aver respinto le "azioni e dichiarazioni interventiste" dei governi di Argentina, Cile, Costa Rica, Perù, Panama, Repubblica Dominicana e Uruguay, che hanno firmato una dichiarazione congiunta chiedendo una revisione completa dei risultati delle elezioni.