AGI - Ricorre oggi il cinquantesimo anniversario dell'intervento militare turco a Cipro. La terza più grande isola del Mediterraneo deve la propria fama non solo alle acque cristalline, alle spiagge bianche e a un ricco patrimonio culturale, ma anche alla propria dolorosa storia recente e a un presente che, con la divisione in due dell'isola che seguì i fatti del 20 luglio 1974, rimane un nodo irrisolto. Cipro è rimasta sotto controllo britannico per circa un secolo, prima di diventare indipendente nel 1960. Un processo che vide allora Turchia, Gran Bretagna e Grecia fungere da garanti della sovranità e della costituzione dell'isola, per difendere la quale i tre Paesi acquisirono il diritto di intervenire, anche militarmente.
Per tre anni la convivenza, anche politica, tra greci e turchi funzionò; tuttavia nel 1963 episodi di tensione sfociarono in atti di violenza che lasciarono i greci da soli a governare l'isola e costrinsero l'Onu a inviare militari con compiti di peacekeeping. Si arrivò così, nella tensione latente e pronta a esplodere, al 20 luglio 1974, quando la Turchia decise di intervenire per bloccare il piano di annessione di Cipro alla Grecia architettato dalla giunta militare al potere ad Atene. I soldati di Ankara realizzarono nottetempo un'operazione che li portò a controllare il 3% dell'isola. Un presidio armato che durò fino alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che garantì il cessate il fuoco. La superficie destinata alla popolazione turca fu poi ampliata fino a raggiungere il 35% dell'isola. Una porzione situata nel nord che è poi diventata Cipro nord o Cipro turca, fino a oggi riconosciuta solo da Ankara a differenza della parte greca, poi entrata nell'Unione Europea. Negli scontri che seguirono centinaia di persone persero la vita, 250 mila circa dovettero lasciare le proprie case, rimaste sul lato opposto dell'isola, a partire dalla capitale Nicosia, ancora oggi l'unica capitale al mondo a essere divisa.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è sbarcato a Cipro nord oggi per ricordare l'intervento delle truppe turche, il parlamento di Ankara chiede la fine dell'isolamento della popolazione turco-cipriota, mentre l'esercito promette: "Non vi lasceremo mai soli". Il sostegno incondizionato della Turchia a Cipro rappresenta l'eredità politica di quanto avvenuto mezzo secolo fa. L'intervento dell'Onu e la presenza dei caschi blu ha avuto effetti limitati sulla tensione tra la parte turca e la parte greca dell'isola, destinata a rimanere altissima fino a un accordo del 1989, in seguito al quale la presenza militare sull'isola fu ridotta sensibilmente. A distanza di decenni Cipro continua a essere l'unico Paese membro dell'Unione Europea diviso: sia Bruxelles che le Nazioni si rifiutano di riconoscere Cipro Nord. Una situazione stagnante, così come in una palude sembrano essersi arenati i tentativi di negoziato avviati sette anni fa. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha nominato un inviato speciale per Cipro sette mesi fa, ma una nuova trattativa non c'è.
La riunificazione dell'isola al momento sembra impossibile, mentre Erdogan spinge per la soluzione con due Stati. Proprio questo sembra il nodo cruciale della questione al momento: i greci spingono per un piccolo stato federale diviso in due 'cantoni'. Uno stallo al momento insormontabile, anche per l'inviata Onu Maria Angela Holguin Cuellar, che dopo mesi di incontri con le due parti ha presentato un rapporto, sui cui contenuti non è stato reso noto nulla, per valutare i prossimi passi da compiere. Allo stato attuale le Nazioni Unite sembrano intenzionate a riportare al tavolo le parti, in modo da prevenire l'esplosione di nuove tensioni ed evitare una escalation che è sempre dietro l'angolo. Oggi sono circa 30 mila i soldati turchi di stanza sull'isola e nonostante non si siano registrati eclatanti casi di violenza tra i due lati dell'isola per anni, rimangono forti le tensioni sia a livello sociale che politico. Sono però aumentati i casi di violazioni delle zone cuscinetto e delle zone neutre, terreni che ancora rimangono in una terra di nessuno e che entrambe le parti non sono disposte a cedere all'altro. A migliorare la situazione è la maggior facilità nell'attraversare il confine tra le due parti. I turchi si recano nella parte greca per fare shopping o a fare visite mediche e andare in ospedali, ma anche per viaggiare all'estero tramite l'aeroporto di Larnaca. I greci visitano la parte turca per acquistare carburante a prezzi economici e divertirsi nei casinò.