AGI - Il giornalista americano del Wall Street Journal Evan Gershkovich a 16 anni di carcere per spionaggio. Lo ha riferito Ria Novosti. Il verdetto del giudice del tribunale regionale di Sverdlovsk riconosce Gershkovich "colpevole e commina una pena detentiva di 16 anni da scontare in un carcere di massima sicurezza". La vicenda si concluderà con ogni probabilità con uno scambio di prigionieri con Washington. Sul banco degli imputati, è comparso davanti alla stampa prima dell'annuncio del verdetto, con le braccia incrociate, la testa rasata - un taglio di capelli imposto ai prigionieri - e un filo di barba sul suo viso stanco.
In un comunicato stampa, il Wall Street Journal ha denunciato la condanna come "scandalosa", mentre l'ONG Reporter Senza Frontiere ha parlato di "un altro lampante esempio di inaccettabile presa di ostaggi".
Gershkovich si è dichiarato innocente e ha esercitato il diritto a un "discorso finale" prima della sentenza. Presto, se nè lui nè la procura che aveva chiesto una condanna a 18 anni faranno appello entro due settimane, entrerà in una colonia penale: un trasferimento potrebbe richiedere diversi giorni o addirittura settimane.
Reporter riconosciuto per la sua professionalità, Evan Gershkovich è stato arrestato alla fine di marzo 2023, mentre stava effettuando un reportage a Ekaterinburg. L'accusa di "spionaggio" non è mai stata dimostrata dalla Russia. Il Cremlino si è rifiutato ancora una volta di specificare le sue accuse: "Le accuse di spionaggio sono una cosa molto delicata, non possiamo fare ulteriori commenti, il processo è in corso", ha eluso il discorso il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov.
Il processo contro Gershkovich, dopo 16 mesi di detenzione, è stato rapido: un'udienza il 26 giugno, un'altra giovedì e infine quella di oggi. L'intera procedura è stata secretata e nulla è trapelato delle udienze a porte chiuse imposta dalle autorità. Per Washington l'arresto e la condanna mirano soprattutto a monetizzare uno scambio di prigionieri, in particolare con Vadim Krassikov, in carcere in Germania per un omicidio su commissione attribuito ai servizi segreti russi.
Gershkovich è il primo giornalista occidentale dai tempi dell'Unione Sovietica ad essere accusato di spionaggio in Russia. La sua prigionia ha suscitato una significativa ondata di solidarietà nei media americani ed europei. A fine giugno la Casa Bianca ha denunciato un processo "farsa", ribadendo che Gershkovich "non ha mai lavorato per il governo americano".
Figlio di immigrati fuggiti dall'URSS per gli Stati Uniti, si è stabilito in Russia nel 2017. All'inizio di luglio, un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha stabilito che la sua detenzione era "arbitraria" e che avrebbe dovuto essere rilasciato "senza indugio". Gli investigatori russi lo accusano di aver raccolto informazioni sensibili per la Cia su uno dei principali produttori di armi russi, Uralvagonzavod, in particolare sui carri armati T-90 utilizzati in Ucraina e quelli di nuova generazione. La Russia detiene diversi altri americani, tra cui la giornalista russo-americana Alsu Kurmasheva, arrestata nel 2023 per aver violato la legge sugli "agenti stranieri", e l'ex marine Paul Whelan, che sta scontando una pena di 16 anni di prigione per spionaggio, accusa che contesta. Una cittadina russo-americana, Ksenia Karelina, è sotto processo dal 20 giugno, sempre a Ekaterinburg, per alto tradimento, accusata di aver dato soldi a un gruppo che sostiene l'Ucraina.