AGI - La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sarà domani in plenaria al Parlamento europeo per presentare la sua visione per i prossimi cinque anni di legislatura e chiedere il voto di conferma ai 720 eurodeputati che l'ascolteranno. Traccerà le priorità che negli ultimi giorni aveva illustrato ai gruppi parlamentari incontrati. I pilastri sono essenzialmente tre: prosperità, sicurezza e democrazia. Ma ovviamente attorno vertono altri temi non secondari: dalle migrazioni alla Green deal, dall'agricoltura all'allargamento.
L'obiettivo di von der Leyen è il 2030 e gli sfidanti sono quei "concorrenti che si stanno muovendo molto velocemente". A quanto apprende l’AGI da diverse fonti, per la leader tedesca entro la fine del decennio sarà chiaro chi sarà capofila nell’internet industriale, chi avrà un’economia forte e competitiva, chi sarà il leader mondiale nelle tecnologie, chi sarà una super potenza di calcolo, chi avrà l’economia più intelligente. E le decisioni attuali determineranno questa classifica. Inutile sottolineare che von der Leyen voglia un'Ue che sia alla guida e non in retroguardia.
Le chiavi per sbloccare la competitività europea sono tre: il Mercato unico, l'accesso al capitale e la semplificazione
Il Mercato unico è considerato "la più grande risorsa dell'Ue" ma paga il prezzo di alcune barriere ancora da superare, in particolare per favorire la crescita delle aziende. Per rendere l'idea di quanto potenziale blocchi l'accesso al capitale von der Leyen ricorre spesso a una cifra diffusa dalla Bce: 470 miliardi di euro. Sono gli investimenti aggiuntivi che ogni anno l'Ue avrebbe se fosse dotata del Mercato unico di capitali. Qui vengono in soccorso i rapporti di due ex premier italiani, Enrico Letta e Mario Draghi.
Il terzo elemento per dare impulso alla competitività del Continente riguarda la semplificazione. La leader dell'esecutivo ha annunciato di avere in programma una delega per un commissario - o un vice presidente - con il compito di tagliare la burocrazia. Per von der Leyen l'Europa "deve diventare più veloce, più efficiente" e per farlo dev'essere "meno complicata".
E' indispensabile quindi ridurre la burocrazia, con l'obiettivo di tagliarla del 25% e 'costringere' ogni commissario a una rendicontazione annuale sui risultati in merito davanti al Parlamento europeo.
E siccome non può esserci prosperità senza investimenti, che siano per tecnologie green, difesa o spazio. Ma anche intelligenza artificiale, quantistica e biotecnologie.
Uno dei temi più spinosi per von der Leyen nel suo confronto con gli eurodeputati riguarda il Green deal. Il messaggio è "non si torna indietro" ma si può intervenire per un maggiore coinvolgimento dell'industria, più apertura tecnologica e una linea più pragmatica. Serve quindi "una politica industriale su misura per sostenere l’attuazione e per rendere la vita più facile alle imprese nel raggiungere gli obiettivi che si sono date".
Per garantire ciò resta indispensabile assicurare un ambiente equo per le aziende europee contro i sussidi statali dei concorrenti cinesi oppure gli investimenti stranieri drogati.
L'Unione europea non è solo economia. E' anche, soprattutto dall'invasione russa dell'Ucraina, difesa. E von der Leyen punta molto sul settore industriale per avere più armi 'made in Europe' e continua a promettere la nomina di un commissario per la Difesa, nonostante le critiche dell'Alto rappresentante per la Politca estera, Josep Borrell, secondo cui è un tema in mano agli Stati non alla Commissione. E' più probabile che sia un commissario all'Industria della difesa. E in questo caso la cifra non digeribile per la presidente dell'esecutivo europeo è la percentuali di armi comprate dagli europei per sostenere l'Ucraina ma prodotti fuori dall'Europa: l'80%.
Le migrazioni. Von der Leyen vuole portare avanti la strategia dei partenariati con i Paesi terzi, sul modello di Tunisia, Egitto, Libano e Mauritania. Ma assicura anche più fondi per proteggere meglio le frontiere esterne, senza costruire direttamente le infrastrutture ma facilitandone la gestione.
Infine l'agricoltura. Per von der Leyen gli agricoltori - che negli ultimi mesi si sono ben fatti sentire con i trattori - devono essere premiati, non puniti.