AGI - Manifestazioni di protesta sono state convocate in tutto Israele nella giornata di oggi, che segna il nono mese dall'attacco di Hamas a Israele che ha fatto scattare la guerra nella Striscia di Gaza. I manifestanti, che stanno bloccando le arterie stradali principali e si stanno radunando davanti alle case dei membri della coalizione che sostiene il governo di Benjamin Netanyahu, chiedono elezioni anticipate e un accordo per il ritorno di tutti gli ostaggi. Con lo slogan "Stop Israel", l'ampio movimento di protesta pro-democrazia mira a radunare più di un milione di persone con la richiesta di sciogliere la Knesset, il Parlamento israeliano. La giornata è iniziata all'alba con le proteste davanti alle case dei ministri e dei deputati dell'attuale coalizione di governo, tra cui il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ma anche del presidente della Knesset, Amir Ohana, entrambi del Likud del premier Netanyahu. Grida come "Svegliatevi, il Paese vale più di questo", "Nove mesi di fallimento assoluto" o "C'è sangue sulle vostre mani", attribuiscono ai membri del governo la responsabilità della morte di oltre 1.600 israeliani in nove mesi - tra le vittime del 7 ottobre e i soldati caduti a Gaza - e sulla sorte dei 116 ostaggi ancora detenuti nell'enclave palestinese.
La giornata di protesta culminerà con una manifestazione davanti alla residenza di Netanyahu nel quartiere Rehavia di Gerusalemme e davanti alla base militare Kirya a Tel Aviv, sede principale dell'esercito e del ministero della Difesa, dove manifesteranno i parenti dei 251 ostaggi presi da Hamas il 7 ottobre, di cui 116 ancora in prigionia. Alla periferia di Tel Aviv, i manifestanti si sono schierati anche davanti alla residenza di Arnon Bar David, presidente dell'Histadrut - la federazione dei sindacati del settore pubblico in Israele - per chiedergli di indire uno sciopero generale nazionale. I manifestanti si sono radunati anche agli incroci stradali per bloccare il traffico e hanno organizzato carovane di veicoli che interromperanno la circolazione delle principali autostrade del Paese, in particolare quelle che collegano Tel Aviv con il resto delle città della costa mediterranea.
L'attacco contro una scuola gestita dall'Unrwa
È il "caos assoluto" all'Ospedale dei Martiri di Al Aqsa, a Deir el-Balah, nel centro della Striscia di Gaza che - secondo le testimonianze dei medici, riportate da Al Jazeera - è "invaso" da feriti, dopo l'attacco israeliano di ieri al campo profughi di Nuseirat, che ha colpito la scuola al-Jaouni gestita dall'Unrwa, uccidendo almeno 16 persone. Secondo le fonti mediche, la struttura sanitaria che ha la capacita' di curare 200 persone è ora alle prese con almeno 600 pazienti. L'esercito israeliano ha spiegato che nell'attacco alla scuola Unrwa il suo obiettivo erano i "terroristi" che operavano nella zona. L'agenzia palestinese Wafa ha riferito che l'edificio era utilizzato come rifugio per gli sfollati e ospitava centinaia di persone, principalmente donne e bambini. Hamas ha negato che nella struttura fossero presenti suoi combattenti.
"L'affermazione dell'esercito di occupazione sulla presenza di membri della resistenza nella scuola dell'Unrwa al-Jaouni è una bugia", ha dichiarato Hamas. "L'occupazione sta cercando, attraverso queste accuse, di far passare e pubblicizzare i suoi crimini all'opinione pubblica e di nascondere il suo chiaro obiettivo che è sterminare la nostra gente"
A che punto sono le trattative
L'Egitto ospiterà nei prossimi giorni delegazioni di Stati Uniti e Israele per affrontare i "punti in sospeso" riguardanti un possibile cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, dopo che Hamas ha presentato una proposta di accordo rivista. Lo ha riferito la televisione di stato Al Qahera News. Una fonte "di alto livello" citata dalla rete, molto vicina ai servizi di intelligence del Paese nordafricano, ha affermato che il Cairo sta allacciando una serie di contatti con "tutte le parti" con l'obiettivo di "promuovere gli sforzi per raggiungere un accordo sulla tregua nella Striscia di Gaza". Allo stesso modo, ha indicato che il gruppo di mediazione egiziano è in contatto con la delegazione di Hamas per discutere i punti in sospeso per arrivare alla cessazione delle ostilita' e realizzare uno scambio di ostaggi israeliani a Gaza con prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. Mercoledì sera il leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha presentato ai mediatori una proposta di nuovo accordo; e il capo del Mossad, David Barnea - che guida la squadra negoziale israeliana - ha fatto un viaggio lampo venerdi' per ricevere la proposta e incontrare il primo ministro del Qatar, principale mediatore.
Dopo il viaggio, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha incaricato la sua squadra negoziale di tornare a Doha la prossima settimana per riprendere i negoziati, anche se ha ammesso che ci sono ancora "lacune" nelle posizioni di entrambe le parti. Hamas ritiene fondamentale che ogni patto culmini nella cessazione definitiva delle ostilità e nel ritiro delle truppe israeliane, anche se nelle ultime ore è circolata la notizia che potrebbe accettare anche lo scenario di una "tregua graduale" previe "garanzie scritte" sul fatto che Israele continuerebbe i negoziati per un cessate il fuoco permanente. Netanyahu, dal canto suo, insiste che la guerra non finirà finché Israele non avrà completato la distruzione delle capacita' militari e di governo del gruppo palestinese e non avrà ottenuto il ritorno di tutti gli ostaggi, vivi e morti.