AGI. - Dieci civili ucraini tenuti prigionieri in Russia sono stati rilasciati in un accordo mediato dal Vaticano. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Siamo riusciti a riportare altri dieci dei nostri dalla prigionia russa", ha detto Zelenskyj in un post su Telegram, condividendo un elenco delle persone liberate, tra cui due preti e un politico tartaro di Crimea. Tra i prigionieri liberati dai russi anche il vicepresidente del Mejlis del popolo tartaro di Crimea, il più alto organo esecutivo-rappresentativo dei tartari di Crimea, Neriman Dzhelal, catturato nel 2021.
Tra i dieci prigionieri rilasciati da Mosca, anche i due sacerdoti greco-cattolici Ivan Levytskyi e Bohdan Heleta, padri della congregazione del Santissimo Redentore. Il rilascio dei chierici, informa una nota del Segretariato dell'arcivescovo di Kiev Sviatoslav Shevchuk, è avvenuto per l'interscambio dei prigionieri. I due sacerdoti sono stati arrestati il 16 novembre 2022 a Berdyansk sotto occupazione.
Per un lungo periodo, non si erano avute notizie su di loro. Shevchuk ha espresso la sua sincera gratitudine alla Santa Sede per la liberazione dei due sacerdoti. Ha rivolto un ringraziamento speciale a Papa Francesco, al cardinale Pietro Parolin e all'intero corpo diplomatico del Vaticano. Un ringraziamento particolare è stato indirizzato al cardinale Matteo Zuppi e all'Arcivescovo Visvaldas Kulbokas, Nunzio Apostolico in Ucraina, per la loro mediazione.
"Ciascuno di loro ha dato un inestimabile contributo personale affinché questo evento diventasse realtà", si legge nella nota. I sacerdoti sono stati accolti da monsignor Andriy Khimyak, vescovo ausiliare dell'arcieparchia di Kiev, e dal reverendo Oleksa Petriv, Capo del Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa greco-cattolica ucraina in Ucraina.
"Dall'invasione su vasta scala del febbraio 2022, i sacerdoti Ivan Levytskyi e Bohdan Heleta hanno scelto di rimanere con la loro comunità nei territori temporaneamente occupati. Hanno svolto il proprio ministero sia per la comunità greco-cattolica che quella cattolica romana, portando la luce della speranza alle persone sotto occupazione russa. Sono stati arrestati, e successivamente, per la formulazione delle accuse, nella chiesa sono stati collocati oggetti militari per incriminarli di possesso illegale di armi. Giungevano segnalazioni che riportavano quanto i due sacerdoti venivano torturati senza pietà per estorcere confessioni di crimini mai commessi", si legge ancora.
Dopo un lungo periodo in cui non si avevano più notizie dei prigionieri, nel mese di maggio, l'arcivescovo Shevchuk ha ricevuto la conferma che i reverendi Ivan e Bohdan erano ancora in vita e che vi erano speranze concrete per la loro liberazione. "Finalmente, il 27 giugno è giunto il giorno della loro liberazione".