AGI - Bolivia scossa da un tentativo di golpe durato circa tre ore. Il capo dell'esercito Juan Jose Zuniga è stato arrestato dopo avere inviato soldati e carri armati a prendere posizione davanti agli edifici governativi in quello che il presidente Luis Arce ha definito un tentato "colpo di stato".
Le truppe e i carri armati sono entrati mercoledì pomeriggio in Plaza Murillo, la piazza storica dove si trovano la Presidenza e il Congresso, suscitando la condanna globale per quello che è stato considerato un "attacco alla democrazia". Uno dei carri armati ha tentato di sfondare una porta metallica del palazzo presidenziale. Circondato da soldati e otto carri armati, il generale Zuniga, capo dell'esercito ora congedato, ha affermato che "le forze armate intendono ristrutturare la democrazia, per renderla una vera democrazia e non una gestita dalle stesse poche persone per 30, 40 anni". Poco dopo soldati e carri armati si sono ritirati dalla piazza.
Nelle ore successive Zuniga è stato catturato e costretto a salire su un'auto della polizia mentre si rivolgeva ai giornalisti fuori da una caserma militare. "Generale, lei è in arresto", ha detto a Zuniga il vice ministro dell'Interno Jhonny Aguilera. "Nessuno può toglierci la democrazia che abbiamo conquistato", ha detto Arce dal balcone del palazzo del governo davanti a centinaia di sostenitori. In precedenza aveva esortato "il popolo boliviano a organizzarsi e mobilitarsi contro il colpo di stato a favore della democrazia", in un messaggio televisivo rivolto al paese insieme ai suoi ministri all'interno del palazzo presidenziale. Ha anche giurato di nominare nuovi leader militari, licenziando Zuniga. L'ex presidente Evo Morales ha scritto su X che si stava preparando "un colpo di stato" e aveva sollecitato una "mobilitazione nazionale per difendere la democrazia".
La Bolivia è profondamente polarizzata dopo anni di instabilità politica e il Movimento verso il Socialismo (Mas) al potere è lacerato da un conflitto interno tra i sostenitori di Arce e il suo ex mentore Morales. Morales, che è stato il primo presidente indigeno della Bolivia, era estremamente popolare finchè non ha tentato di aggirare la Costituzione e cercare un quarto mandato nel 2019. L'ex leader del sindacato di sinistra ha vinto quel voto ma è stato costretto a dimettersi in mezzo alle proteste per presunte frodi elettorali, e ha lasciato il Paese. è tornato dopo che Arce ha vinto la presidenza nell'ottobre 2020.
Da allora è scoppiata una lotta per il potere tra i due uomini, e Morales ha sempre più criticato il governo accusandolo di corruzione, di tolleranza del traffico di droga e di emarginarlo politicamente. Sei mesi fa, la Corte Costituzionale ha squalificato Morales dalle elezioni del 2025, ma lui sta ancora cercando di essere nominato candidato del Mas. Arce non ha detto se cercherà la rielezione. Lunedì Zuniga è apparso in televisione e ha detto che avrebbe arrestato Morales se avesse insistito per candidarsi di nuovo alle elezioni nel 2025. "Legalmente è squalificato, quell'uomo non può essere di nuovo presidente di questo Paese", ha detto.
Dopo quell'intervista sono circolate voci secondo cui Zuniga era sul punto di essere licenziato. L'amministrazione americana di Joe Biden ha assicurato di seguire da vicino gli eventi in Bolivia e invitato "alla calma", secondo quanto riferito un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale. Condanne ai movimenti di truppe sono arrivate anche da tutta l'America Latina, con i leader di Cile, Ecuador, Peru', Messico, Colombia e Venezuela che hanno chiesto il rispetto della democrazia.
Il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva ha scritto su X: "Sono un amante della democrazia e voglio che prevalga in tutta l'America Latina. Condanniamo qualsiasi forma di colpo di stato in Bolivia". Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha chiesto "il rispetto della democrazia e dello stato di diritto" in un messaggio su X. L'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) ha affermato che la comunità internazionale "non tollererà alcuna forma di violazione del legittimo ordine costituzionale in Bolivia".