AGI - Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ha patteggiato con gli Stati Uniti, ammettendo di aver commesso un reato legato alla rivelazione di documenti riservati americani. L'accordo è stato chiuso con il Dipartimento di Giustizia e gli permetterà di evitare la prigione in Usa e di andare in Australia, suo Paese di origine.
Nell'accordo, i procuratori chiederanno una condanna a 62 mesi, l'equivalente del tempo passato da Assange in un carcere di massima sicurezza a Londra, mentre cercava di contrastare la richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti. "Il suo calvario sta volgendo al termine", ha commentato la madre di Assange, citata dai media australiani. "Questo è il potere e l'importanza della diplomazia silenziosa", ha aggiunto.
In questo modo la pena viene considerata estinta. Se fosse stato dichiarato colpevole per tutti e 18 i capi d'accusa che gli erano stati contestati nell'incriminazione del 2019, Assange, 52 anni, avrebbe rischiato fino a 175 anni di carcere. Per il via libera finale all'accordo servirà l'approvazione di un giudice federale.
Assange è atterrato nella serata di martedì sull'isola di Saipan (Isole Marianne Settentrionali), dove si dichiarerà colpevole di un solo capo d'accusa, quello di cospirazione per aver rivelato documenti segreti del Pentagono, davanti a un giudice americano. La pena concordata, sessantadue mesi, è stata già scontata.
"Julian è libero !!!!", ha scritto su Fb Stella Assange. "Le parole non possono esprimere la nostra immensa gratitudine a te, si proprio a te che ti sei mobilitato per anni e anni per rendere questo vero. Grazie, grazie, grazie", ha aggiunto la moglie del fondatore di Wikileaks. In un secondo post, Stella Assange ha ricordato alcuni passaggi della vicenda: "Il mese scorso Julian ha ottenuto il permesso di fare appello all'Alta Corte. L'appello va al centro del caso: se il Regno Unito può estradare legalmente Julian Assange, un cittadino australiano la cui raccolta e pubblicazione di notizie si è verificata al di fuori della giurisdizione degli Stati Uniti, dato che il caso degli Stati Uniti lo esclude dalla protezione del Primo emendamento".
Un caso internazionale nato nel 2010
Un caso "trascinatosi troppo a lungo", come lo ha definito un portavoce del governo australiano. È nel 2010, infatti, che Julian Paul Assange - Hawkins all'anagrafe di Townsville, città australiana dove è nato il 3 luglio 1971 - ha assunto un'ampia notorietà internazionale per aver rivelato tramite WikiLeaks, l'organizzazione nata nel 2006 di cui è cofondatore, documenti statunitensi segretati, ricevuti dall'ex militare Chelsea Manning, riguardanti crimini di guerra in Afghanistan e Iraq, causando secondo il Dipartimento di giustizia Usa problemi di sicurezza nazionale agli Stati Uniti. Una pubblicazione che gli frutta svariati encomi e onorificenze (tra cui il Premio Sam Adams, la Medaglia d'oro per la Pace con la Giustizia dalla Fondazione Sydney Peace e il Premio per il Giornalismo Martha Gellhorn), persino la proposta di un Nobel per la pace, ma anche una serie di problemi con la giustizia americana e non solo.
Dall'11 aprile 2019 Assange era in carcere a Belmarsh, nel Regno Unito, prima per violazione dei termini della libertà su cauzione conseguente alle controverse accuse di stupro in Svezia (formalizzate nel 2010 e archiviate nel 2017), e poi in relazione a una richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti d'America con l'accusa di cospirazione. Detenzione e accuse che hanno suscitato una forte protesta nel mondo e appelli per il rilascio da parte dell'opinione pubblica e di svariate organizzazioni per i diritti umani, fino all'attivarsi del relatore Onu sulla tortura nel novembre 2019, fatta propria anche dal Consiglio d'Europa.
Il 5 gennaio 2021 la giustizia inglese ha negato l'estradizione di Assange per motivi di natura medica, nello specifico per il bene della sua salute mentale, poiché era alto il rischio di tendenze suicide. Il 10 dicembre 2021 l'Alta corte di Londra ha ribaltato la sentenza che negava l'estradizione. Un ulteriore passo verso la consegna di Assange ai tribunali americani è avvenuto il 14 marzo 2022: la Corte Suprema del Regno Unito ha respinto il ricorso presentato dai legali dell'australiano, lasciando l'ultima decisione al ministro dell'interno Patel. Il 21 aprile 2022 la Westminster Magistrates' Court di Londra aveva emesso l'ordine formale di estradizione negli Usa. Dal 2010 a oggi, oltre che nel carcere londinese, Assange è stato 'ospite' dal 2012 per 7 anni dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, Paese cui aveva chiesto asilo politico.