AGI - "Preciso di non essermi recato in Vaticano, di non avere intenzione di recarmi al Sant'Uffizio il 28 giugno e di non aver consegnato alcun memoriale o documento a mia difesa al Dicastero, del quale non riconosco l'autorità, ne' quella del suo Prefetto, ne' di chi lo ha nominato". Così monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio, accusato di scisma e convocato dal Dicastero per la Dottrina della Fede nell'ambito di un processo extragiudiziale.
"Non ho alcuna intenzione di sottopormi a un processo farsa - sottolinea Viganò in una nota pubblicata sui social - in cui coloro che mi dovrebbero giudicare imparzialmente per difendere l'ortodossia cattolica sono allo stesso tempo coloro che io accuso di eresia, di tradimento e di abuso di potere.
E tra costoro vi sono appunto i Gesuiti, primi fautori di tutte le deviazioni morali e dottrinali degli ultimi sessant'anni, a partire da quel James Martin sj attivista LGBTQ+ tanto assiduo a Santa Marta". Viganò considera "totalmente falsa" la notizia che il 20 giugno si sarebbe presentato al dicastero. "La 'chiesa' di Bergoglio non è la Chiesa Cattolica, ma quella 'chiesa conciliare' nata dal Concilio Vaticano II e recentemente oggetto di rebranding col nome non meno ereticale di 'chiesa sinodale'. Se è da questa 'chiesa' che sono dichiarato separato per scisma, me ne faccio un motivo di onore e di vanto", conclude.