AGI - Una collisione tra una nave filippina e un'imbarcazione cinese nei pressi delle Isole Spratly, nel Mar Cinese Meridionale, alimenta la tensione tra i due Paesi nell'area rivendicata da Pechino. "La nave da rifornimento filippina ha ignorato numerosi avvertimenti da parte cinese" e "si è avvicinata alla nave cinese in modo poco professionale, provocando una collisione", ha detto la guardia costiera di Pechino in una nota in cui si accusato l'imbarcazione di essere "entrata illegalmente nelle acque vicino al Renai Reef", nome cinese del secondo atollo Thomas. Le forze armate filippine hanno respinto la versione di Pechino, dichiarando di non dare "alcuno credito alle affermazioni fuorvianti e ingannevoli della guardia costiera cinese".
L'atollo si trova a circa 200 chilometri dall'arcipelago filippino di Palawan, e a più di 1.000 chilometri dalla costa cinese più vicina, l'isola di Hainan. All'inizio del mese, l'esercito filippino aveva denunciato il "sequestro" illegale da parte di imbarcazioni cinesi di generi alimentari e medicinali paracadutati a metà maggio e destinati all'avamposto militare filippino sullo stesso atollo, e aveva accusato Pechino di "attività aggressiva e interferenza ingiustificata". Pochi giorni dopo, la guardia costiera filippina ha diffuso un video che mostrava la controparte cinese che bloccava e si scontrava con due navi filippine che stavano effettuando l'evacuazione medica di un soldato.
Pechino rivendica quasi l'intero Mar Cinese Meridionale, comprese le acque e le isole vicino alle coste di molti dei suoi vicini, nonostante una sentenza della corte internazionale del 2016. Anche Filippine, Brunei, Malesia, Taiwan e Vietnam rivendicano numerose barriere coralline e isolotti in questo mare, che potrebbero contenere ricche riserve di petrolio. Nell'atollo le truppe filippine hanno installato una guarnigione a bordo di una arenata nave per difendere le rivendicazioni di Manila in questa zona.
Pechino schiera la guardia costiera e altre navi per pattugliare il Mar Cinese Meridionale e ha trasformato le barriere coralline in postazioni militari. Sabato le Filippine hanno chiesto alle Nazioni Unite il riconoscimento dei loro diritti sovrani sulla piattaforma continentale al largo delle loro coste nel Mar Cinese Meridionale. Lo stesso giorno, la Cina ha reso note una serie di norme che consentono alla sua guardia costiera di detenere, senza processo, gli stranieri "sospettati di aver violato le frontiere".