AGI - Abrogazione della riforma delle pensioni, aumento del salario minimo a 1.600 euro mensili, ripristino dell'imposta patrimoniale e di una tassa sui super ricchi a beneficio del bilancio comunitario. Sono alcuni dei punti 'forti' del programma presentato dalla sinistra francese che, in soli quattro giorni, ha riunito tutte le sue anime sotto la bandiera del "Nuovo Fronte Popolare" e reso noto le linee di quello che, in caso di vittoria alle prossime legislative, sarà anche il programma di governo.
Un passo, osservano i commentatori Oltralpe, che accende i riflettori sull'unità della nuova 'piattaforma' (che raccoglie 'Les Insoumis', egli ecologisti, ma anche i partiti comunista e socialista francese fra gli altri) ben lontana dalle divisioni dei Repubblicani, dove l'ex presidente del partito, Eric Ciotti, conta di adire il tribunale contro la sua espulsione.
Frutto di quattro giorni di intensi negoziati tra le forze del Nuovo Fronte, il programma di "rottura con il passato" è stato presentato questa mattina dai leader dei principali partiti, a Parigi. Oltre all'abrogazione delle pensioni e il ritocco verso l'alto del salario minimo, il testo prevede anche l'abrogazione di altri testi chiave come la riforma dell'assicurazione contro la disoccupazione e la legge sull'immigrazione. Include una promessa di agganciare i salari all'inflazione, reintrodurre una tassa 'rafforzata' sul patrimonio che includa cioè "una componente climatica" nonché una nuova tassa dei super profitti "a livello europeo" che andrà a ingrossare il bilancio dell'Ue.
Il programma cita questioni sensibili come il conflitto mediorientale condannando "i massacri terroristici di Hamas" del 7 ottobre e riconosce una "preoccupante e senza precedenti esplosione" di "atti razzisti, antisemiti e islamofobici".
Gli ex avversari alle elezioni europee sono riusciti anche a raggiungere una quadra tutt'altro che scontata sulla necessità di "difendere immancabilmente" l'Ucraina da Mosca, sulla richiesta di un "rilascio degli ostaggi" detenuti a Gaza con il riconoscimento "immediato" di uno Stato palestinese e, infine, sulle sanzioni contro il governo israeliano.
D'altra parte, il programma ha pragmaticamente tralasciato temi più controversi, come i dossier sul nucleare e sul rapporto con la Nato. Una scelta che, secondo il fondatore di Place Publique, Raphael Glucksmann, è giustificata dall'obiettivo di costruire una sinistra francese unita che, a suo dire, è "l'unico modo" per impedire al Rassemblement National di vincere le elezioni legislative.
A destra, invece, i Republicains sono spaccatissimi: dopo aver espulso il loro presidente Eric Ciotti, i membri dell'ufficio nazionale si sono riuniti nuovamente in videoconferenza, questa mattina, per "convalidare" la decisione. Convalida che è giunta mentre il tribunale di Parigi stava esaminando il ricorso presentato dallo stesso Ciotti contro l'estromissione dal partito, a suo dire, illegale.
"Ripudiato" dai compagni gollisti aver annunciato un accordo elettorale con il Rassemblement National, Ciotti ieri è stato ripreso dai media mentre pranzava con i leader dell'estrema destra francese, Marine Le Pen e Jordan Bardella.
Intanto Le Pen annuncia "un certo numero di sorprese domenica", con la presentazione delle liste: "Abbiamo l'opportunità di vincere queste elezioni e di formare un governo di unità nazionale", ha insistito leader del Rassemblement affidando peraltro al suo delfino, Jordan Bardella, la responsabilità di "scegliere la sua squadra" al suo protetto Jordan Bardella.