AGI - A gennaio, Roma inauguro' la sua presidenza del G7 con un evento di successo e grande valenza simbolica come il vertice Italia-Africa. A distanza di cinque mesi, Africa e Mediterraneo, per motivi geopolitici e per le crisi che sono in atto, saranno inevitabilmente al centro dell'agenda del vertice dei 'Grandi' del Pianeta a Borgo Egnazia. La presidenza giapponese del G7 nel 2023 aveva puntato i suoi riflettori sulle nuove strategie per l'Indo-Pacifico. E' evidente che l'Italia, alla guida del vertice, ha tutto l'interesse a rifocalizzare l'attenzione dei leader su temi che sono oggettivamente nevralgici (per lei) e condivisibili (per gli altri partner). Da una parte, non sono diminuiti i rischi di un allargamento del conflitto in Medio Oriente, mentre altre crisi potrebbero potenzialmente scoppiare in varie regioni africani e soprattutto nel Sahel dove l'instabilità e i regimi, alle prese anche con l'impatto devastante del cambiamento climatico, non hanno fermato povertà e malnutrizione cronica. Problemi che, gioco forza, a Borgo Egnazia i leader dovranno 'leggere' in parallelo con un altro dossier cruciale, quello delle migrazioni e delle rotte del Mediterraneo che dall'Africa portano al Medio Oriente e all'Europa.
D'altra parte, dall'Africa arrivano anche timidi segnali confortanti che parlano - come ha sottolineato il Fmi nei suoi Meeting di primavera - di un Continente che potrebbe avere "ottime possibilità di ripresa" e buone carte da giocare sullo scacchiere internazionale per effetto di una popolazione giovane e mediamente più istruita di una volta, delle immense ricchezze del sottosuolo e di un'embrionale classe imprenditrice che, in alcune regioni, ha già fatto capolino. L'istituto finanziario di Washington ha previsto che l'Africa sarà la seconda regione del mondo (dopo l'Asia) a crescere più vigorosamente da quest'anno. Tuttavia il Continente, per le sue risorse (si pensi ai nuovi giacimenti scoperti e all'abbondante presenza di terre rare e minerali critici) e per motivi geopolitici resta terreno di 'conquista' per Mosca e Pechino che qui danno, non da oggi, sfogo ai loro appetiti e alle loro ambizioni. In Africa, secondo molti analisti, le potenze stanno giocando un tempo importante di una complessa partita per ridisegnerà gli equilibri del mondo.
Si è chiuso pochi giorni fa il primissimo vertice ad alto livello tra Africa e Corea del Sud a margine del quale sono stati siglati una serie di importanti partenariati strategici. La realtà del Ticad (la Tokyo International Conference on African Development) "per creare con i partner africani un mondo sostenibile" è invece già una realtà consolidata negli anni mentre anche i Paesi Brics hanno recentemente scelto di far 'pesare' maggiormente l'Africa al loro interno facendo entrare nel loro club, quest'anno, anche Egitto ed Etiopia. Oggi però tocca all'Italia sfruttare a pieno la sua grande occasione - la vetrina del G7, appunto - per attirare l'attenzione dei Grandi su un altro approccio economico e politico (quello adottato nel suo Piano Mattei) per aiutare l'Africa a crescere grazie allo strumento dei partenariati partitari, che generano ricadute positive per tutti.
Stando all'agenda della tre giorni pugliese, la presidenza del G7 avvierà una riflessione sulle migrazioni, su come potenziare la cooperazione internazionale in chiave anti-trafficanti e coordinare meglio la migrazione regolare che, per i Pesi europei del G7, ovviamente ha già un quadro di riferimento nel Patto Ue per la migrazione e l'asilo. Saranno affrontate anche questioni a impatto più marcatamente economico, alla luce di dati secondo cui larga parte del Continente non ha ancora accesso sicuro all'elettricità, ne' risorse alimentari sufficienti ad arginare la malnutrizione cronica, mentre la popolazione dovrebbe continuare a crescere in modo impressionante: fino a 2,5 miliardi di individui entro il 2050, stando alle previsioni.
L'Africa - sostengono gli esperti - si trova a un bivio cruciale nella sua traiettoria di sviluppo: è stato il Continente a pagare il prezzo più alto per il cambiamento climatico e oggi rischia di mancare gli obiettivi di crescita che si è prefissata per mancanza di adeguati approvvigionamenti energetici quando invece, per esempio, avrebbe risorse in abbondanza per sviluppare le rinnovabili (settore che tutt'ora riesce a calamitare appena il 2% degli investimenti globali, secondo dati della Banca Africana di Sviluppo). A marzo, durante la visita della Premier Giorgia Meloni a Washington, lo stesso Presidente Joe Biden ha mostrato interesse per l'approccio del Piano Mattei suggerendo a Roma di farne un "volano per i progetti del G7" ma anche inserendo l'iniziativa strategica italiana per l'Africa all'interno di progetti come la Partnership for Global Infrastructure and Investment (Pgi).
L'Italia al G7 di Borgo Egnazia dovrà sostenere l'efficacia dei partenariati rinnovati con i Paesi africani in settori strategici come idrocarburi, rinnovabili e trasporti, e in comparti chiave per il nostro 'Made in Italy' come quello agricolo-alimentare, manifatturiero e della ricerca. La guerra 'nascosta' del Sudan, che ha già fatto in un anno oltre 8 milioni di rifugiati, insieme all'allarme lanciato dall'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) sul rapido peggioramento della crisi umanitaria in Sahel, con oltre 3,3 milioni di sfollati 'interni' ad aprile, non lasciano molte alternative ai Paesi del G7. Se non quella di battere, sull'esempio, italiano, strategie nuove e creative per tentare di rispondere alle emergenze.