AGI - Per arginare la possibile vittoria dell'estrema destra alle legislative anticipate del 30 giugno, i partiti di sinistra sono impegnati in serrate trattative per ricompattare i ranghi e arrivare alla creazione di un "Fronte popolare" con un programma di "rottura". Poche ore dopo l'annuncio a sorpresa dello scioglimento dell'Assemblea nazionale da parte del presidente Emmanuel Macron, quattro dirigenti di sinistra hanno prestato "giuramento di essere uniti nella vittoria", mossi dalla volontà di costituire un nuovo "Fronte popolare", in riferimento alla storica coalizione di partiti politici di sinistra che fu al governo in Francia tra il 1936 e il 1938. A unire le forze sono Olivier Faure, segretario del Partito socialista (PS), Manuel Bompard, coordinatore del gruppo La France Insoumise (LFI, sinistra radicale), Fabien Roussel del Partito comunista francese (PCF) e Marine Tondelier di Europe Ecologie Les Verts (EELV). Dopo i proclami a caldo, sono ora impegnati in una corsa contro il tempo, a meno di 20 giorni dalla chiamata alle urne, per negoziare nei dettagli un programma elettorale e di governo comune, nel segno della "rottura sul fronte sociale e ambientale". In merito alla strategia elettorale, l'obiettivo è quello di "sostenere delle candidature uniche già al primo turno", il che richiede un accordo per una lista comune, superando diversità, rivalità e polemiche interne. La coalizione potrebbe essere raggiunta anche da Place publique, il movimento di Raphael Glucksmann, con il quale i negoziati sono stati aperti. "La scelta è ormai chiara e unica: Fronte Popolare contro l'estrema destra razzista e reazionaria", ha dichiarato il coordinatore nazionale de La France insoumise, Manuel Bompard, condividendo una dichiarazione della neo-coalizione.
Per le forze di sinistra, l'accordo Les Republicains- Rassemblement National proposto da Eric Ciotti è "la consacrazione della continua deriva dell'orientamento politico della destra francese verso un progetto xenofobo e profondamente reazionario". Per quanto riguarda il programma comune in via di stesura, PS, EELV e LFI hanno già pubblicato un elenco di condizioni o proposte da soddisfare in caso di alleanza. Gli ecologisti hanno proposto "un pacchetto di dieci misure semplici e di facile lettura per cambiare la vita dei francesi", tra cui "un piano climatico che punti alla neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050" e un aumento del salario minimo a 1.600 euro. Gli Insoumis chiedono "il ritorno della pensione a 60 anni", mentre i socialisti vogliono "l'abrogazione della riforma delle pensioni". Se ci sono ancora dei punti di divergenza e delle differenze, nel complesso i tre elenchi di proposte risultano simili. Del resto nel 2022 Verdi, Socialisti, Comunisti e Insoumis erano già riusciti a unire le forze firmando il programma condiviso Nupes, nonostante differenze altrettanto forti su molte questioni, tra cui il nucleare. Mentre un'unione di sinistra potrebbe consentire ai partiti di questo nuovo "Fronte Popolare" di qualificarsi per il secondo turno in quasi tutte le circoscrizioni, una scissione potrebbe vederli scomparire dall'Assemblea Nazionale.
Insieme, EELV, PS, PCF, LFI e i loro alleati hanno la possibilità di mantenere i propri rappresentanti eletti, o addirittura di ottenere una maggioranza relativa la sera del 7 luglio, mentre divisi la sconfitta è certa. Intanto tutti sostengono apertamente l'appello lanciato dai cinque principali sindacati francesi - CFDT, CGT, Unsa, FSU e Solidaires - sostenuti da quello della magistratura a partecipare a "massicce proteste" nel fine settimana, contro lo "shock delle elezioni europee" e contro l'estrema destra. In poche ore, la piattaforma lanciata dall'Insoumis Francois Ruffin per spingere le quattro forze politiche di sinistra a "fare fronte comune", ha raggiunto più di 260mila firme, mentre proteste sono già in corso in diverse città francesi contro il Rassemblement National di Marine Le Pen e la prospettiva di una sua vittoria alle legislative anticipate.