AGI - Dal Green deal - e come portarlo avanti - alla competitività europea, dalla Difesa all'allargamento. Dal nuovo Patto di stabilità al nuovo Patto sulle migrazioni. Sono alcune delle priorità della prossima legislatura del Parlamento europeo. La decima, che prenderà il via formalmente il 16 luglio ma con la nuova Commissione che entrerà in carica probabilmente solo da novembre. Nel frattempo, si dovranno fare i conti già con gli ultimi atti approvati. Tra questi, la riforma del Patto di stabilità e crescita. A fine mese la Commissione europea renderà note le decisioni per l'apertura delle procedure per deficit eccessivo ma le raccomandazioni agli Stati saranno fornite a novembre. Prima, a settembre gli Stati dovranno presentare i loro piani per il rientro dal debito.
E ancora, sempre in ambito economico, è attesa la decisione della Commissione europea - entro il 4 luglio - sull'acquisizione di Ita da parte di Lufthansa. Dossier delicato che continua a richiedere tempo. E ancora, entro fine mese, la maggior parte degli Stati vorrebbe avviare i negoziati di adesione con l'Ucraina e la Moldova. Ma l'Ungheria - che dal primo luglio sarà presidente di turno dell'Unione fino a fine anno - ha ancora dei dubbi in merito.
I grandi temi
Il primo - su cui è in corso anche un braccio di ferro in vista della formazione della nuova maggioranza - riguarda il Green deal. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che punta a un secondo mandato con il Ppe ha già lasciato intendere che sarà avviata una seconda fase, più pragmatica, che tenga in considerazione anche gli effetti - economici e sociali - sull'industria e sull'agricoltura. Conquistando così una fetta maggiore a destra e rischiando di perderne un'altra tra socialisti, liberali e verdi. Questi ultimi hanno già posto come condizione la tutela del green per ogni sostegno a von der Leyen per il secondo mandato.
Poi c'è la questione della Difesa. Tutti sono d'accordo sulla necessità di dotare l'Unione europea di una proprio difesa e una maggiore autonomia strategica. Il punto è come finanziaria. Socialisti e liberali chiedono nuovi strumenti comuni, con debito comune, per poter raccogliere cento miliardi. Von der Leyen è ancora reticente. "Bisogna prima capire come finanziare questo debito", ha più volte evidenziato. Per ora ha promesso un commissario europeo alla Difesa.
Capitolo competitività. È il nuovo cavallo di battaglia di Bruxelles, in attesa del rapporto di Mario Draghi. In particolare in veste anti-Cina. Nei prossimi giorni è atteso anche l'esito dell'indagine dell'Antitrust Ue sui sussidi cinesi alle auto elettriche che stanno inondando il mercato europeo a danno delle case automobilistiche Ue. Von der Leyen ha già lasciato intendere che arriveranno "tariffe mirate e proporzionate" contro il gigante cinese, non sposando la linea americana più radicale. Le migrazioni. Perenne dossier sui tavoli europei. Il Patto per le migrazioni e l'asilo approvato sul filo di lana ad aprile, ora dev'essere applicato. Intanto von der Leyen ha adottato il modello per l'esternalizzazione, spingendo su accordi con i Paesi terzi (Tunisia, Egitto, Mauritania) per controllare i flussi e impedire le partenze.