AGI - Una maggioranza o più maggioranze componibili al Parlamento europeo. È il primo rebus della prossima legislatura che sorgerà già la sera di domenica con i primi exit-poll. La prima maggioranza indispensabile è quella che supera la soglia del 50% più uno (361 deputati sui 720) e che serve per confermare il presidente (o la presidente) della Commissione europea.
L'altra maggioranza invece sarà quella di legislatura per approvare di volta in volta le proposte legislative che approderanno sui banchi dell'emiciclo. E non sempre queste due maggioranze sono sovrapponibili. Finora il Parlamento europeo si è retto sulla tradizionale coalizione popolari-socialisti-liberali. Ma negli ultimi anni le formazioni della destra hanno assunto peso sempre maggiore fino ad aspirare a essere una maggioranza alternativa.
I numeri
Le proiezioni di Europe Elects - elaborate sulla media dei sondaggi al 30 maggio - tracciano un quadro dove il Ppe si conferma primo gruppo con 180 seggi; i socialisti e democratici (S&d) al secondo con 138 e i liberali di Renew terzi con 86 seggi. La somma aritmetica sarebbe di 404. Per le proiezioni di Politico.eu in realtà questa maggioranza si fermerebbe a 390.
In ogni caso la spitzenkandidat del Ppe, Ursula von der Leyen, presidente uscente, non può tirare un sospiro di sollievo con questi numeri. Cinque anni fa ottenne la fiducia con uno scarto di nove voti e allora il Parlamento era molto più coeso rispetto a quello che nascerà a luglio.
Intanto secondo analisti e addetti ai lavoratori, i franchi tiratori - ossia coloro che non seguiranno l'indicazione di voto del gruppo nel segreto dell'urna - sono nella media del 10% per gruppo. Calcolatrice alla mano, i 404 rischiano di diventare 363. I 390 sarebbero sotto la soglia di una decina di deputati, a 351. Inoltre von der Leyen non gode di un sostegno trasversale nemmeno tra i banchi del Ppe (nel voto per la sua incoronazione a candidata le defezioni sono state del 18%) Si aprono così gli scenari della maggioranza componibile.
Da una parte allargare il via libera all'eventuale presidente del Ppe anche da parte dei Verdi che possono mettere sul tavolo una dote di 56 seggi ma con una lista di richieste in cambio non facile da soddisfare. Se invece il Ppe decidesse di guardare a destra allora il primo obiettivo sarebbe la delegazione di Fratelli d'Italia (Gruppo Ecr) che potrebbe assicurare 23 voti in più.
Tuttavia socialisti e liberali hanno più volte minacciato di togliere ogni sostegno a von der Leyen se dovesse invocare il soccorso della premier italiana.
L'alternativa
La maggioranza alternativa sarebbe la rivoluzionaria virata a destra del Parlamento europeo, lasciando fuori dalla coalizione socialisti e verdi. I numeri però non tornano: Ppe (180 seggi) più Ecr (75) più Id (68 seggi dopo il burrascoso divorzio con Afd) fanno 323. Nemmeno un ingente apporto dai non iscritti (vedi Afd e Fidesz) sarebbe sufficiente a superare i 361. Ovviamente a destra qualcuno è convinto di poter portare dalla propria parte anche una fetta dei liberali ma resta tutto da vedere.