AGI - La destra, certo. Giorgia Meloni, sicuramente. Ma "l'avversario più subdolo" di questa tornata elettorale, per dirla con la segretaria del Pd, è l'astensionismo. In casa dem ci si interroga sull'impatto che una maggiore o minore affluenza potrà avere sul risultato finale. Una incognita quanto mai determinante. In genere una minore affluenza alle urne premia i partiti più grandi e il Partito Democratico è fra questi. È anche per questa ragione che fra i dirigenti dem di primo piano viene promossa la scelta di campagna elettorale di Elly Schlein, poco o niente social e tanta piazza.
A chi ha modo di parlarci, la segretaria si mostra raggiante per il risultato di presenze ottenuto nelle tappe di questa lunga campagna elettorale. Alla fine saranno circa 120 appuntamenti complessivi, alcuni dei quali hanno regalato alla leader dem colpi d'occhio di grande effetto. A Torino, ad esempio dove Schlein si è trovata di fronte "un mare di gente", come ha sottolineato con i suoi. O a Milano e a Genova, città in cui l'elettorato dem si mobilita sempre volentieri. Ma anche al Sud. È di ieri la piazza piena di Bari, dove Schlein ha tenuto il comizio assieme al sindaco uscente Antonio Decaro e al candidato Vito Leccese. Certo, i maggiori successi di pubblico in piazza la segretaria li ottiene lì dove si vota, oltre che per le europee, anche per le amministrative. Colpa di una campagna elettorale - osservano in casa dem - in cui si parla poco di Europa e si antepone agli argomenti lo scontro verbale, specialmente via social.
La strategia messa in campo da Schlein è opposta a questo schema. La leader dem utilizza i social network esclusivamente per le dirette dalle piazze in cui arriva e in cui ha scelto di portare tre temi-cardine che toccano direttamente la vita dei cittadini: la sanità, il lavoro, i servizi sociali. Senza prestare il fianco alle polemiche. Per questa ragione, il decreto sanità varato dal governo è stato accolto in casa dem come un assist inaspettato: i ministri erano ancora riuniti a palazzo Chigi, ma Schlein parlva già di "decreto fuffa" del governo messo in campo in fretta e furia "per inseguire il Partito Democratico", che sulla sanità ha depositato un progetto di legge a prima firma Schlein che, oggi, ribadisce: "Giorgia Meloni con un decreto fuffa prende in giro gli italiani su una questione per noi fondamentale, la sanità pubblica, raccontando di poter abbattere le liste di attesa senza mettere un euro aggiuntivo. Oggi vola in Albania per uno spottone elettorale del costo di ottocento milioni che potevamo mettere per sbloccare le assunzioni di medici e infermieri che mancano nei reparti".
Uniche eccezioni alla regola 'stare sui temi' sono quelle che riguardano i botta e risposta con la premier Giorgia Meloni, che consentono a Schlein di continuare a polarizzare la campagna elettorale fra lei e la presidente del Consiglio. "Sono abituata a campagne lunghe, con tanti appuntamenti, percorrendo il territorio palmo a palmo", spiega Schlein: "È sfiancante, certo, ma è l'unico modo per arrivare ai cittadini. Abbiamo riportato il Pd vicino alle persone. Non c'è niente di meglio del passaparola".
L'altro valore aggiunto sul quale conta la segretaria è una ritrovata compattezza del suo partito. Le aree del partito hanno messo la sordina alle polemiche. Anche sui temi come le armi all'Ucraina o il cessate il fuoco a Gaza - nervi scoperti della minoranza dem - i mal di pancia sono rimasti al di sotto del livello di guardia. Basti pensare al candidato Marco Tarquinio e all'idea di sciogliere la Nato per stringere nuove alleanze a livello europeo. "Questa campagna elettorale vede il partito più unito che mai, con tanti amministratori, sindaci e figure di associazioni che hanno voluto arricchire le nostre liste", osserva con soddisfazione la leader dem: "Io sono stata eletta con un programma chiaro: ricostruire una identità chiara di questo partito. Il mio mandato è esattamente questo e sono felice che per la strada ora ci riconoscano per quello che siamo".