AGI - Donald Trump potra' candidarsi alla Casa Bianca, fare campagna elettorale anche in remoto ma potrebbe non votare. In Florida, dove il tycoon ha spostato la residenza dal 2021, è vietato ai condannati votare, ma dipende anche dallo Stato in cui il cittadino è diventato un "felon", cioè un criminale. Trump è stato condannato nello Stato di New York dove i "felon" possono votare a patto che non si trovino in carcere. Per cui il tycoon alla fine, se nell'Election Day non dovesse essere agli arresti, potrebbe votare in Florida. Questo è uno dei nodi legali di una vicenda che ha vissuto giovedì una giornata storia. Trump è il primo ex presidente degli Stati Uniti condannato per reati penali. E' stato giudicato colpevole di 34 capi d'imputazione incentrati sulla falsificazione di documenti fiscali per nascondere il pagamento con fondi elettorali a due donne, la pornostar Stormy Daniels e l'ex modella di Playboy Karen McDougal, che in piena campagna presidenziale del 2016 avevano minacciato di rivelare di aver avuto, in passato, rapporti sessuali con il tycoon. Lo scandalo, pronto a scoppiare a pochi giorni dalle elezioni, avrebbe potuto avere effetti devastanti su Trump, che poche settimane dopo venne eletto presidente degli Stati Uniti, dopo aver battuto Hillary Clinton. Il tycoon ha sempre respinto le accuse: ha negato di aver mai avuto rapporti con le due donne e di aver pagato il suo ex avvocato tuttofare Michael Cohen, che aveva anticipato i soldi alla pornostar.
Ma adesso, dopo lo storico verdetto, si apre un nuovo fronte: cosa succedera'?
Cosa rischia Trump
Ognuno dei trentaquattro reati prevede una multa o il carcere da un anno e mezzo a un massimo di quattro anni. Ma l'eta' del condannato, 77 anni, e la mancanza di precedenti condanne escludono la possibilita' di una lunga detenzione e forse anche di una brevissima. Il reato di falsificazione di documenti per coprire uno scandalo è considerato di categoria E, il piu' basso nella scala di valori dello Stato di New York. E si tratta di reati non violenti. Ma da valutare ci saranno anche le continue violazioni dell'imputato al divieto di accusare pubblicamente giudici, procuratori, giurati e testimoni. La sentenza potrebbe essere una multa, la liberta' vigilata o, come ultima ipotesi, il carcere. Trump potrebbe essere costretto a presentarsi davanti al supervisore penale che verifichera' il suo comportamento durante il periodo alternativo al carcere. Significa rispettare orari e giorno in cui dovra' presentarsi di persona. La violazione della "probation" include pene gravi, tra cui il carcere.
La convention in virtuale
L'11 luglio, giorno in cui Trump conoscera' l'ammontare della pena, arriva pochi giorni prima della convention repubblicana a Milwaykee in cui il tycoon verra' proclamato candidato ufficiale alle presidenziali. Ma come ci arrivera'? Nel caso di detenzione sara' un problema. Ma anche se dovesse essere costretto agli arresti domiciliari, non potra' andare di persona all'appuntamento piu' importante della campagna elettorale. Lara Trump ha detto che il tycoon è pronto a fare campagna elettorale anche in remoto, utilizzando il video.
Al via l'appello
I legali faranno subito ricorso alla corte d'appello e all'alta corte dello Stato di New York. Tra gli argomenti che la difesa impugnera' c'è la mancanza di prove che la pornostar Stormy Daniels abbia davvero auto un incontro sessuale con Trump. L'attrice ha raccontato tutto, anche il dettaglio del pigiama indossato dall'ex presidente, ma non ha fornito una prova documentale certa. E verra' attaccata la credibilita' del testimone chiave, Cohen, condannato nel 2018 per aver mentito al Congresso e all'Fbi.
Trump puo' ancora candidarsi?
La risposta è sì. La Costituzione americana fissa alcune condizioni per poter essere eletti: bisogna avere almeno 35 anni, essere nato negli Stati Uniti e aver vissuto nel Paese per almeno 14 anni. Non ci sono condizioni che vietano l'eleggibilita' a chi ha commesso reati.
Il verdetto di colpevolezza potrebbe incidere sul voto?
Questa è un'ipotesi concreta. Secondo un sondaggio condotto all'inizio dell'anno da Bloomberg e Morning Consult il 53 per cento degli elettori dei cosiddetti "swing states", cioè quelli in bilico, si rifiuterebbe di votare per un Repubblicano, se fosse condannato. Un altro sondaggio, realizzato nelle scorse settimane da Quinnipiac University, mostra che il 6 per cento degli elettori di Trump sarebbe meno invogliato a votarlo, se il tycoon uscisse da condannato al processo.
Se eletto, Trump potrebbe graziarsi?
La risposta è no. I presidenti degli Stati Uniti possono concedersi la grazia solo per i reati federali. Quello che riguarda il processo a New York è di competenza statale, e dunque non rientra nelle competenze del presidente. Lo stesso vale per l'incriminazione in Georgia, dove il tycoon è accusato, in concorso, di aver tentato di ribaltare il risultato elettorale delle presidenziali del 2020.