AGI - I ribelli Houthi hanno dichiarato di aver attaccato, dallo scorso novembre, un totale di 129 navi nel Mar Rosso, nel Mar Arabico, nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Indiano. Da quando, cioè, hanno lanciato le operazioni contro le imbarcazioni dirette verso Israele. I numeri sono stati resi noti dal leader del movimento yemenita, Abdelmalek al-Huti. “Questa settimana le operazioni sono arrivate a 12. Sono state effettuate con 27 missili balistici e da crociera e con l'uso di droni", ha detto in un discorso televisivo, aggiungendo che ‘questo porta il numero totale di navi prese di mira dall'inizio delle operazioni di supporto a 129’. Al-Huti ha affermato che si tratta di un numero elevato, nonostante una diminuzione significativa del movimento marittimo intorno alla penisola arabica che, per il gruppo ribelle, va associato alle scelte fatte dagli americani, israeliani e britannici sull'attraversamento dello stretto di Bab al Mandeb nel Mar Rosso. “Non c'è una diminuzione del livello delle operazioni, ma piuttosto una diminuzione del movimento di navi americane e britanniche e una quasi assenza di navi israeliane", ha affermato nel suo discorso.
Secondo il leader dehli Houthi, dieci delle ultime operazioni hanno preso di mira navi collegate a questi tre Stati e appartenenti a compagnie che “hanno violato il divieto di entrare nei porti della Palestina occupata”. Il messaggio è arrivato nello stesso giorno in cui Washington ha annunciato che le forze statunitensi nel sud del Mar Rosso hanno distrutto due lanciamissili e due droni appartenenti ai ribelli nelle ultime 48 ore, mentre gli insorti hanno intensificato i loro attacchi alla navigazione internazionale. Gli Houthi, movimento sciita, da metà novembre hanno lanciato attacchi contro uno spazio marittimo attraverso il quale passa il 15% del commercio internazionale, per danneggiare economicamente Israele in risposta alla sua guerra contro Hamas a Gaza.