AGI - Riuniti a Seul in un vertice trilaterale, i leader di Corea del Sud, Cina e Giappone hanno riaffermato l'obiettivo comune di una penisola coreana denuclearizzata. Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, il premier cinese Li Qiang e il primo ministro giapponese Fumio Kishida si sono incontrati per la prima volta in quasi cinque anni, in parte a causa della pandemia ma anche di difficoltà nelle relazioni reciproche. Sebbene la Corea del Nord non fosse ufficialmente all'ordine del giorno, poche ore prima del vertice Pyongyang aveva annunciato che presto avrebbe messo in orbita un altro satellite spia. La decisione viola una serie di sanzioni delle Nazioni Unite che impediscono alla Corea del Nord di effettuare test utilizzando la tecnologia balistica.
In una conferenza stampa congiunta, Yoon e Kishida hanno esortato la Corea del Nord a sospendere il lancio, con il leader sudcoreano che ha affermato che "minerebbe la pace e la stabilità regionale e globale". Yoon ha anche chiesto una risposta internazionale "decisiva" se il quarto lancio venisse effettivamente realizzato. Seul sostiene che viene consentito dall'assistenza tecnica russa in cambio dell'invio da parte di Kim di armi a Mosca da utilizzare in Ucraina. Ma la Cina, il più importante alleato economico della Corea del Nord, è rimasta in silenzio sulla questione, e il premier Li non ne ha fatto menzione durante il briefing.
In una dichiarazione congiunta rilasciata dopo i colloqui, i Paesi hanno riaffermato il loro impegno per la "denuclearizzazione della penisola coreana", aggiungendo che la pace "serve il nostro comune interesse ed è la nostra comune responsabilità". La Corea del Nord ha risposto immediatamente, affermando in una dichiarazione di un portavoce del ministero degli Esteri che "discutere oggi la denuclearizzazione della penisola coreana costituisce una grave provocazione politica". Qualsiasi discorso sulla denuclearizzazione "violerebbe la posizione costituzionale del nostro Paese come stato dotato di armi nucleari", si legge nella dichiarazione, diffusa dall'agenzia di stampa ufficiale. "La 'completa denuclearizzazione della penisola coreana' è già scomparsa teoricamente, praticamente e fisicamente", ha aggiunto.
In qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Cina ha già condannato i test nucleari della Corea del Nord e sostenuto le sanzioni volte a frenare lo sviluppo di armi. Negli ultimi anni, man mano che le relazioni della Cina con gli Stati Uniti si sono deteriorate, il paese ha ostacolato sempre più gli sforzi guidati da Washington volti a imporre sanzioni più severe al Nord. La Cina ha costantemente sostenuto le richieste di denuclearizzazione dell'intera penisola coreana.
La Corea del Sud non ha armi nucleari, ma è protetta dall'ombrello nucleare degli Stati Uniti, che hanno schierato sottomarini dotati di armi nucleari nel Sud in una dimostrazione di forza contro il Nord. Negli ultimi anni, Pechino ha accusato le esercitazioni militari congiunte USA-Corea del Sud di aumentare le tensioni regionali. La conferenza stampa tenutasi a Seul e la dichiarazione congiunta hanno mostrato chiaramente la differenza di opinioni tra i tre Paesi, secondo gli osservatori, e raggiungere un rapido consenso su come gestire il regime di Kim Jong Un sarà sempre difficile. Ma il fatto che Seoul, Tokyo e Pechino stiano cercando di intensificare la cooperazione trilaterale e rafforzare i legami economici è un buon segno per futuri accordi su argomenti più difficili come le armi nucleari di Kim.