AGI - È salito ad almeno 40 morti il bilancio dei bombardamenti israeliani su un campo di sfollati dell'Unrwa nella zona nord-occidentale di Rafah, estremo sud di Gaza, secondo quanto denunciato da Hamas, che ha condannato l'"orribile massacro". Secondo le autorità della Striscia, la maggior parte delle vittime è composta da donne e bambini. Parole durissime sono arrivate anche dall'Autorità nazionale palestinese in Cisgiordania che ha accusato le truppe israeliane di "prendere di mira deliberatamente" le tende degli sfollati. Medesima accusa è stata lanciata dall'Egitto che ha parlato di "attacco deliberato", esortando Israele a fermare le operazioni militari a Rafah.
Il Qatar ha espresso "la preoccupazione che gli attacchi complicheranno gli sforzi di mediazione in corso e ostacoleranno il raggiungimento di un accordo per un cessate il fuoco immediato e permanente". L'emirato, che sta lavorando insieme a Egitto e Stati Uniti per rilanciare i colloqui in stallo da settimane, ha esortato la comunità internazionale ad agire con urgenza per impedire a Israele di "attuare i suoi piani di sfollamento forzato dei palestinesi dalla città, che è diventata un rifugio per centinaia di migliaia" di persone.
Uccisi due alti funzionari di Hamas
Israele ha fatto sapere che l'obiettivo del raid erano Yassin Rabia, il responsabile delle attività del gruppo palestinese in Cisgiordania, insieme al comandante Khaled Nagar, entrambi uccisi. Dall'Idf il capo procuratore militare, il generale Yifat Tomer Yerushalmi, ha definito "molto grave" l'attacco notturno su Rafah e ha assicurato che un'inchiesta è in corso. "L'Idf si rammarica per qualsiasi danno subito dai non combattenti durante la guerra", ha aggiunto. Nessun commento dalla Casa Bianca che nella notte si è limitata a far sapere che è a conoscenza delle notizie sull'attacco e sta raccogliendo maggiori informazioni.
Ieri, per la prima volta da gennaio, è stato presa di mira la regione centrale di Israele, tra cui Tel Aviv, con lancio di razzi da Rafah. Si è trattato di una "risposta ai massacri sionisti contro i civili", hanno rivendicato le brigate Ezzedin al-Qassam. Secondo il portavoce delle forze armate israeliane, Daniel Hagari, "Hamas ha lanciato questi razzi da due moschee a Rafah". Il gruppo militante ha esortato i palestinesi a "sollevarsi e marciare" contro l'occupazione.
Venerdì scorso, la Corte internazionale di giustizia (Icj) si è pronunciata nel caso promosso dal Sudafrica contro Israele, ordinando allo Stato ebraico di mettere immediatamente fine all'operazione a Rafah e permettere l'ingresso di aiuti attraverso i valichi. Da parte sua, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito l'intenzione di portare avanti l'offensiva israeliana, sottolineando la sua ferma opposizione alle richieste del capo di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, che "continua a chiedere la fine della guerra, il ritiro dell'Idf dalla Striscia e il mantenimento di Hamas, in modo che possa compiere ancora e ancora le atrocità del 7 ottobre".
Tel Aviv: le fughe di notizie sul negoziato danneggiano gli ostaggi
Lo staff del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha smentito domenica le fughe di notizie che riguardano il negoziato per la liberazione degli ostaggi in cambio di una tregua, dicendo che queste indiscrezioni "Non fanno altro che rafforzare la posizione di Hamas". Il primo ministro ha fatto sapere che le fughe di notizie "danneggiano le famiglie degli ostaggi e ritardano il loro rilascio".
La reazione, riportata dalla stampa israeliana, è stata diffusa in seguito alle notizie che uno dei negoziatori, il generale riservista Nitzan Alon, ritiene che il mandato non sia abbastanza ampio per ottenere risultati e avrebbe affermato che l'attuale governo non accetterà mai un accordo sugli ostaggi. Al contrario, si legge in una dichiarazione dell'ufficio del primo ministro, "Netanyahu ha ripetutamente dato alla squadra negoziale un ampio mandato per liberare i nostri rapiti".
Borrell: rilanciare la missione Ue
"Metterò sul tavolo una proposta per rilanciare la nostra missione Eubam Rafah sul sistema civile dei confini, se sarà utile", ha annunciato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio Esteri. "Ci è stato chiesto di farlo. Se possiamo, lo faremo. Ma considerando che tutto deve andare nella direzione di far sì che l'Autorità Palestinese si assuma le responsabilita' su Gaza", ha evidenziato. "Oggi è atteso il via libera politico, poi ci sarà il lavoro tecnico da fare", ha precisato Borrell.
"Dobbiamo rispettare il lavoro della Corte penale internazionale. Dobbiamo rispettare il lavoro di questa istituzione e lasciare che sia il tribunale, senza intimidazioni, a decidere cosa pensa di questa iniziativa del pubblico ministero. Purtroppo non è cosi'. Il pubblico ministero e il tribunale sono stati fortemente intimiditi e accusati di antisemitismo. Come avviene sempre per chiunque faccia qualcosa che non piace al governo Netanyahu", ha detto ancora l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera.
"Penso che l'accusa di antisemitismo contro il procuratore della Corte penale internazionale sia del tutto inaccettabile. Definire la Corte antisemita è troppo pesante. È un termine troppo importante per poterlo utilizzare in queste occasioni", ha evidenziato. "E poi c’è la cosa ancora più importante e ancora più importante è la sentenza della Corte internazionale di giustizia, che è il fulcro della giustizia internazionale per agire al di sopra del livello nazionale, è al centro della Carta delle Nazioni Unite. E anche qui dobbiamo esprimere non solo rispetto, ma chiedere l'attuazione della decisione della Corte. E ora, purtroppo, quello che abbiamo visto nelle immediate ore è che Israele continua l'azione militare che gli era stato chiesto di fermare. Vale anche per Hamas che lancia razzi contro Israele. Quindi entrambe le parti non rispettano la sentenza della Corte", ha aggiunto.
Spagna, Irlanda e Norvegia riconosceranno lo Stato di Palestina
"Domani i nostri tre Paesi, Irlanda, Norvegia e Spagna, vivranno una giornata storica che sicuramente ci avvicinerà all'obiettivo che tutti desideriamo: raggiungere una coesistenza pacifica e sicura in Medio Oriente", ha dichiarato il ministro degli Esteri spagnolo, Manuel Albares, annunciando il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina.
Albares ha quindi condannato come "scandaloso ed esecrabile" un video pubblicato dal suo omologo israeliano Israel Katz intitolato "Hamas: Grazie Spagna" in cui si accostano immagini della bandiera spagnola e ballerini di flamenco a spezzoni delle atrocità compiute da miliziani di Hamas il 7 ottobre.
"Non cadremo nelle provocazioni. Il video è scandaloso ed esecrabile", ha dichiarato Albares, sottolineando che "è scandaloso perché tutto il mondo sa, compreso il mio collega in Israele, che la Spagna ha condannato le azioni di Hamas fin dal primo momento. Ed è esecrabile per l'uso di uno di questi simboli della cultura spagnola".