AGI - L'Armenia ha restituito all'Azerbaigian quattro villaggi di confine che aveva sequestrato decenni fa compiendo un passo fondamentale verso la normalizzazione dei rapporti, molto burrascosi, tra i due Paesi. La mossa, che ha scatenato proteste prolungate in Armenia, è un passo importante per raggiungere un accordo di pace globale dopo anni di colloqui infruttuosi mediati dalla Russia e dai Paesi occidentali. Le due ex repubbliche sovietiche hanno combattuto due guerre, negli anni '90 e nel 2020, per il controllo della regione separatista del Nagorno-Karabakh. L'Azerbaigian l'ha riconquistata l'anno scorso con un'offensiva lampo, ponendo fine a tre decenni di dominio separatista armeno sull'enclave e spingendo più di 100.000 residenti a fuggire in Armenia. La disastrosa sconfitta di Erevan ha provocato una spaccatura con il suo storico alleato, la Russia, che l'Armenia accusa di non averla difesa di fronte alle minacce azere nonostante gli obblighi di un trattato di sicurezza. Dopo mesi di tensioni diplomatiche, Mosca ha dichiarato venerdì di aver richiamato il proprio ambasciatore per "consultazioni". La portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova non ha fornito una ragione per il richiamo, che è tipicamente visto negli ambienti diplomatici come un passo estremo di fronte al peggioramento dei legami tra i due governi.
Il servizio di sicurezza armeno ha confermato che le sue guardie di frontiera hanno assunto nuove posizioni nella parte orientale del Paese, a seguito di un accordo di demarcazione dei confini recentemente negoziato con Baku e che cede i quattro villaggi al controllo dell'Azerbaigian. Il vice primo ministro azero, Shahin Mustafayev, ha annunciato separatamente che le guardie di frontiera del suo Paese hanno assunto il controllo dei quattro insediamenti. Il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan ,ha accettato di restituire i quattro villaggi abbandonati, sequestrati negli anni '90, come parte degli sforzi per garantire un accordo di pace duraturo. In una dichiarazione televisiva, ha affermato che la nuova linea del confine, sempre instabile, con l'Azerbaigian "è l'unica garanzia per l'esistenza stessa della Repubblica armena all'interno della sua frontiera legittima e riconosciuta a livello internazionale".
Karen Minasyan / Afptv / Afp
Le proteste dei residenti
All'inizio del mese i due Paesi hanno concordato la nuova demarcazione di 12,7 chilometri del loro confine, con la restituzione dei centri Baghanis Ayrum, Ashaghi Askipara, Kheyrimli e Ghizilhajili.
all'Azerbaigian. Pashinyan ha salutato l'accordo come "molto importante" per la sovranità dell'Armenia e ha affermato che "porta la nostra sicurezza e stabilità a un nuovo livello". Il territorio ceduto da Erevan è di importanza strategica per l'Armenia, che non ha sbocchi sul mare, perché controlla tratti di un'autostrada vitale anche per la Georgia. I residenti armeni dei vicini insediamenti sostengono che la mossa potrebbe tagliarli fuori dal resto del Paese e accusano Pashinyan di aver ceduto unilateralmente il territorio senza ottenere nulla in cambio. Pashinyan ha dichiarato che l'Armenia costruirà nuove strade nell'area nei prossimi mesi.