AGi - Norvegia, Irlanda e Spagna riconosceranno lo Stato palestinese a partire dal 28 maggio, suscitando la gioia dei leader palestinesi e innescando la furia di Israele. Le tre nazioni sperano che altri Paesi seguano l'esempio, ma l'Europa rimane divisa sulla questione, con la Francia che ha già detto senza mezzi termini che non è questo il momento opportuno per concedere il riconoscimento. L'annuncio da parte dei primi ministri norvegese Jonas Gahr Store, spagnolo Pedro Sanchez e irlandese Simon Harris è il secondo colpo diplomatico di questa settimana, dopo che il procuratore della Corte penale internazionale chiesto mandati di arresto per il primo ministro israeliano e i leader di Hamas. Israele ha reagito richiamando immediatamente i suoi ambasciatori nelle tre nazioni e definendo la mossa un "premio al terrorismo".
Haciéndonos eco del sentir mayoritario del pueblo español, el próximo martes 28 de mayo, España aprobará en Consejo de Ministros el reconocimiento del Estado de Palestina.
— Pedro Sánchez (@sanchezcastejon) May 22, 2024
Ha llegado la hora de pasar de las palabras a la acción.
Por la paz, la justicia y la coherencia. pic.twitter.com/OYhRleIdHE
Secondo il ministero degli Esteri di Tel Aviv si rischia di trasformare i Paesi protagonisti della mossa in "una pedina nelle mani dell'Iran, alimentando estremismo e instabilità". La questione mediorientale è "storicamente quella che ha creato piu' divisioni in Europa": ecco perché, secondo l'ambasciatore di Israele in Italia, Alon Bar, il riconoscimento rischia di "indebolirne il ruolo nella realizzazione di un processo di pace e della soluzione dei due Stati". Il rappresentante diplomatico di Tel Aviv ha riconosciuto che "è ancora troppo presto per capire l'impatto" che questa scelta avra' sul conflitto in corso e sulle relazioni fra Paesi. Ma, ha aggiunto, "non basta riconoscere uno Stato perché questo esista" e forse gli annunci di oggi hanno in realtà lo scopo "di promuovere la creazione di uno Stato Palestinese". In ogni caso, per Bar c’è al momento "soprattutto un impatto negativo sulla capacità dell'Europa di svolgere un ruolo importante" nella regione.
Da parte sua l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) ha salutato la mossa come "storica" e Hamas ha elogiato quello che ha definito un "passo importante" risultato della "coraggiosa resistenza" dei palestinesi. Si attende che a breve anche Slovenia e Malta si uniscano al novero dei Paesi che riconoscono la Palestina. Del resto, annunciando il riconoscimento, alcuni leader hanno condannato pubblicamente la leadership israeliana. Secondo Sanchez, ad esempio, con la sua politica di "dolore e distruzione" nella Striscia di Gaza, il premier israeliano Benjamin Netanyahu "mette in pericolo la soluzione a due Stati". Il governo turco ha espresso soddisfazione e promesso di intensificare gli sforzi diplomatici per convincere altri Paesi a prendere la stessa decisione. La Giordania definisce la mossa un "passo importante ed essenziale verso la soluzione dei due Stati con uno Stato palestinese indipendente e sovrano entro i confini del 4 giugno 1967". Il ministro degli Esteri Safadi ha anche accusato il governo israeliano non solo di rifiutare la soluzione dei due Stati, di adottare "misure concrete sul campo che stanno uccidendo le possibilità di raggiungere la pace nella regione".
Per l'Arabia Saudita la mossa conferma "il consenso internazionale sul diritto intrinseco del popolo palestinese all'autodeterminazione". Dal fronte europeo vengono reazioni disallineate. Il governo sloveno ha annunciato che si unirà presto al riconoscimento dello Stato palestinese e il primo ministro Robert Golob ha affermato di voler "contribuire alla riforma e al rafforzamento del governo palestinese", sostenendo la formula dei due Stati che, a suo dire, "quasi tutti vedono come una soluzione per una pace duratura". Il Belgio prende tempo: "La nostra priorità, in questo momento, è vedere come possiamo liberare gli ostaggi e come possiamo ottenere un cessate il fuoco immediato", ha dichiarato il premier Alexander De Croo, "il riconoscimento deve essere una leva per ottenere risultati per la popolazione della Palestina. La discussione deve avvenire, ma deve avvenire in questa prospettiva" La Casa Bianca da parte sua respinge la mossa di Spagna, Irlanda e Norvegia affermando che una soluzione a due Stati dovrebbe essere raggiunta attraverso negoziati diplomatici. Un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale ha dichiarato che Joe Biden ritiene che "uno Stato palestinese dovrebbe essere raggiunto attraverso negoziati diretti tra le parti, non attraverso un riconoscimento unilaterale".
Spagna, Irlanda e Norvegia annunciano ufficialmente il loro riconoscimento dello Stato di Palestina. Deve farlo anche l'Italia!
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) May 22, 2024
Invece Tajani ci spiega che "l'Italia si è astenuta sul voto Onu per il riconoscimento della Palestina perché sta alla guida del G7 e la maggioranza…
In Italia l'opposizione chiede che il governo segua l'esempio di Spagna, Irlanda e Norvegia. "Deve farlo anche l'Italia" scrive il leader del M5s, Giuseppe Conte, "Invece Tajani ci spiega che l'Italia guarda cosa fa la maggioranza nel G7 e la segue. Questo è il governo Meloni. Non c'è da aggiungere altro". "Serve uno sforzo della Unione Europea e per questo chiediamo il riconoscimento europeo dello stato di Palestina" dice la segretaria Pd, Elly Schlein, "La soluzione di due popoli due stato per noi rimane quella a cui puntare. Ma, mentre uno stato di Israele c'è già e ha diritto a esistere in pace e sicurezza, manca ancora, purtroppo e colpevolmente, il riconoscimento dell'altro stato, quello di Palestina".