La mappa dei Paesi che riconoscono lo Stato palestinese
La mappa dei Paesi che riconoscono lo Stato palestinese

La mappa dei Paesi che riconoscono lo Stato palestinese

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Mappa dei Paesi che riconoscono lo Stato palestinese
Al Jazeera - Mappa dei Paesi che riconoscono lo Stato palestinese
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  • 1988: ARAFAT PROCLAMA LO STATO. Il 15 novembre 1988, durante la prima intifada palestinese, il leader palestinese Yasser Arafat proclamò unilateralmente uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale. Fece l'annuncio ad Algeri, durante una riunione del Consiglio nazionale palestinese in esilio, che adotto' la soluzione dei due Stati come obiettivo, con Stati israeliani e palestinesi indipendenti l'uno accanto all'altro. L'Algeria è diventata il primo Paese a riconoscere ufficialmente uno Stato palestinese indipendente. Nel giro di poche settimane, decine di altri Paesi, tra cui gran parte del mondo arabo, l'India, la Turchia, gran parte dell'Africa e diversi Paesi dell'Europa centrale e orientale, hanno seguito l'esempio. La successiva ondata di riconoscimenti è avvenuta tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011, in un momento di crisi del processo di pace in Medio Oriente. Una serie di Paesi sudamericani, tra cui Argentina, Brasile e Cile, hanno risposto all'appello dei palestinesi di appoggiare le loro rivendicazioni statali. Ciò è avvenuto in risposta alla decisione di Israele di porre fine al divieto temporaneo di costruire insediamenti ebraici nella Cisgiordania occupata.
  • 2011-2012: RICONOSCIMENTO DA PARTE DELLE NAZIONI UNITE. Nel 2011, con i colloqui di pace in stallo, i palestinesi decisero di portare avanti una campagna per la piena adesione all'ONU dello Stato di Palestina. La campagna falli', ma il 31 ottobre dello stesso anno, con una mossa innovativa, l'agenzia culturale delle Nazioni Unite, l'UNESCO, voto' per accettare i palestinesi come membri a pieno titolo. La decisione ha scatenato una reazione furiosa da parte di Israele e degli Stati Uniti, che hanno sospeso i loro finanziamenti all'organismo con sede a Parigi. Nel 2018 hanno abbandonato del tutto l'UNESCO, anche se gli Stati Uniti sono rientrati l'anno scorso. Nel novembre 2012, la bandiera palestinese è stata issata per la prima volta alle Nazioni Unite a New York, dopo che l'Assemblea generale ha votato a larga maggioranza per aggiornare lo status dei palestinesi a "Stato osservatore non membro". Tre anni dopo, anche la Corte penale internazionale ha accettato la Palestina come Stato membro.
  • 2014: SVEZIA PRIMA NELL'EUROPA OCCIDENTALE. Nel 2014, la Svezia, che ha una grande comunità palestinese, è diventata il primo membro dell'UE in Europa occidentale a riconoscere uno Stato palestinese. La mossa ha fatto seguito a mesi di scontri quasi quotidiani a Gerusalemme Est, circondata da Israele. Uno Stato palestinese era stato riconosciuto in precedenza da altri sei Paesi europei: Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Romania. Israele reagi' con rabbia alla mossa di Stoccolma, con l'allora ministro degli Esteri Avigdor Lieberman che disse agli svedesi che "le relazioni in Medio Oriente sono molto più complesse dei mobili automontanti dell'IKEA".
  • 2024: NUOVA SPINTA IN EUROPA. L'offensiva implacabile di Israele a Gaza, che ha causato almeno 35.647 morti, secondo il ministero della Sanità del territorio, come rappresaglia per l'uccisione di oltre 1.170 persone in Israele da parte di Hamas, ha rilanciato il sostegno in Europa per la creazione di uno Stato palestinese. Norvegia, Spagna e Irlanda hanno dichiarato che riconosceranno uno Stato palestinese entro il 28 maggio, sfidando le minacce di Israele, che ha richiamato i suoi inviati da Irlanda e Norvegia per discutere della mossa. Anche Malta e la Slovenia, a marzo, si sono dette "pronte a riconoscere la Palestina" quando "le circostanze saranno giuste". Anche l'Australia ha recentemente ventilato la possibilità di appoggiare unilateralmente la statualità palestinese. Anche il Presidente Emmanuel Macron ha dichiarato che la questione del riconoscimento di uno Stato palestinese senza una pace negoziata non è più "un tabù per la Francia".
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