AGI - Dodici ore per provare a disinnescare la crisi e rilanciare il dialogo: Emmanuel Macron, atteso questa sera in Nuova Caledonia, gioca la sua mano nella partita con un viaggio last minute, affrontando due schieramenti che sembrano inconciliabili. "È una partita a poker come quella giocata al Salone dell'Agricoltura" di febbraio, con la sua visita nel mezzo di una rivolta nel mondo agricolo, riassume un deputato del partito presidenziale Reinassance. "O raddoppia o niente. È una scommessa", aggiunge un consigliere ministeriale. Macron, decollato ieri sera e atteso giovedì intorno alle 8,30 a Noumea (le 23,30 di oggi ora italiana), ha messo insieme il suo programma durante il volo, senza nemmeno sapere chi fosse disposto a incontrarlo, secondo quanto riferito una fonte di alto livello all'interno dell'esecutivo.
French security forces are fighting armed gangs in Nouméa, the capital of New Caledonia. Separatists financially backed by Azerbaijan have launched a rebellion against France there. pic.twitter.com/PiwJEKYJEe
— NEXTA (@nexta_tv) May 22, 2024
Il presidente indipendentista del governo della Nuova Caledonia, Louis Mapou, uno dei principali attori sul posto, è stato così informato del viaggio dai media, secondo una fonte vicina alla questione. "È fatto tutto in assoluta improvvisazione", sospira la fonte, ritenendo che questa visita a sorpresa mira soprattutto a creare un effetto shock per poter annunciare un rinvio della riforma elettorale che ha fato fuoco alle polveri. Dall'inizio dei disordini, il 13 maggio, sei persone sono state uccise e molte attività commerciali ed edifici sono stati distrutti. Oggi la situazione, anche se più tranquilla, resta precaria e interi quartieri sono ancora di difficile accesso. Anche il dialogo tra separatisti e "lealisti" è fermo. "In campo macronista contiamo sulla visita del Capo dello Stato per sbloccare la situazione e crediamo che la crisi possa servire come una scossa elettrica per far avanzare l'evoluzione dello status istituzionale dell'isola" ha detto ancora la fonte. L'obiettivo e' "ascoltare e prendere delle decisioni", assicura la fonte dell'esecutivo.
Resta comunque grande il rischio che i separatisti Kanak boicottino la visita, come hanno fatto durante l'ultimo viaggio presidenziale nel luglio 2023
Macron, che ha stravolto il suo intero programma settimanale nel bel mezzo della campagna europea, dovrà restare lì per dodici ore, o anche di più se necessario. Poco dopo il suo arrivo, incontrerà gli eletti e gli attori economici per fare il punto della situazione nell'arcipelago, ha spiegato l'Eliseo. Il resto del programma, soprattutto la parte più politica, è ancora in fase di definizione. Non sono stati forniti dettagli sugli interlocutori che potrebbero incontrarlo, dopo il rifiuto della sua proposta di videoconferenza la settimana scorsa. "Evidentemente la visita ha suscitato stupore e interesse, ma non possiamo impegnarci sui risultati che saranno raggiunti", ammette l'Eliseo. Per Jean-Philippe Derosier, professore di diritto pubblico all'Università di Lille, "era necessario prendere un'iniziativa per calmare gli animi" e "ora tutto dipenderà da quello che dirà il presidente. I separatisti non accettano ultimatum, sono imbevuti di una cultura diversa dalla nostra in cui viene dato ampio spazio al tempo".
Il Capo dello Stato deve inoltre istituire una missione di dialogo composta da tre alti funzionari, Eric Thiers, uno dei suoi ex consiglieri, Frederic Potier, consigliere dell'ex primo ministro Manuel Valls, e Remi Bastille, prefetto, tutti e tre a bordo dell'aereo presidenziale aereo. "Sono tecnocrati, mentre abbiamo bisogno innanzitutto di un accordo politico", sottolinea Jean-Philippe Derosier. Da parte dell'opposizione, la cautela resta d'obbligo. "Dopo tutti gli errori commessi dal governo, non ho visto altra soluzione che questa mossa", ma "non sarà semplice", ha detto su CNews/Europe 1 Marine Le Pen. Molte voci, anche la maggioranza, invitano il Capo dello Stato a rinviare il Congresso previsto a fine giugno per adottare la riforma del corpo elettorale. "Altrimenti il peggio e' certo", teme il deputato Philippe Dunoyer di Reinassance. Molto coinvolto nella questione caledoniana durante la sua permanenza a Matignon, Edouard Philippe spera in annunci "all'altezza" del Capo dello Stato.